Intervista a Gianluigi de Palo, ideatore e promotore dell’iniziativa #iostoconipasseggini

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Care mamme, cari genitori,

per le interviste del network, Rachele Bonani ha sentito Gianluigi De Palo, promotore di quella che rappresenta non solo una campagna di sensibilizzazione e mobilitazione collettiva, ma anche uno stile di vita rivolto a migliorare gli standard di convivenza e le condizioni di giustizia sociale. 

#iostoconipasseggini è l’hashtag che diventa subito virale, circa 1.000 sono le famiglie che, sabato 4 ottobre, hanno affollato il Campidoglio, per dire no ad aumenti ingiusti e arbitrari.

Nato a Roma, 38 anni, Gianluigi di famiglia se ne intende. Nel 2009 è presidente delle Associazioni Familiari del Lazio, dal 2011 al 2013 è assessore alla Famiglia nella giunta Alemanno. Tra i vari progetti realizzati, il Quoziente RomaAttualmente è stato eletto Consigliere Comunale di Roma, con la Lista Civica Cittadini, X Roma, di cui è Capogruppo.

Buongiorno Gianluigi, quanti figli hai? 

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Cosa significa avere una famiglia numerosa a Roma?

Significa avere investito nella bellezza. E significa anche tante difficoltà in una città che tutto è fuorché a dimensione familiare. Ma questo vale anche per chi ha un solo figlio. 

Che servizi offre la capitale per i bambini e le famiglie?

Roma avrebbe bisogno di tutta una serie di servizi rivolti alle famiglie e ai bambini. Qualche tempo fa avevamo iniziato a mettere in rete l’esistente, raccontandolo valorizzandolo. Le famiglie vanno in difficoltà quando restano sole, farle conoscere crea comunità. Oggi purtroppo non si prosegue in quella linea concreta e realistica, e non voglio fare polemiche,  ma si parla di città a misura di bambino come se i bambini nascessero sotto i cavoli e non avessero una mamma, un papà o una rete familiare… 
#iostoconipasseggini come nasce l’iniziativa e come cresce?

L’idea è nata prendendo spunto dall’assurdo aumento delle tariffe nido avvenuto durante l’estate e dopo che le iscrizioni all’asilo erano già avvenute. Ma a questo ci penserà il TAR. #iostoconipasseggini non è un movimento, è un tema, una proposta, una priorità! L’Italia fa pochi figli perché farli è diventato difficilissimo, eppure c’è un grande desiderio di famiglia come ci hanno mostrato anche gli ultimi dati Censis. Per questo tanta gente sta dicendo #iostoconipassegginiscegliendo di mettersi dalla parte dei passeggini, dei più piccoli e indifesi, di chi ha a cuore il futuro del nostro Paese che, ormai, non fa più figli. Le mamme e i papà che si sono lasciati coinvolgere non si riconoscono in un’appartenenza politica, ma nella consapevolezza che senza politiche familiari adeguate non andiamo da nessuna parte.

Quante famiglie ti hanno contattato e hanno aderito?
In Campidoglio eravamo quasi mille, ma la cosa più bella è che a Padova, Verona, Foggia, Napoli, Catania, Como e Milano, stanno nascendo gruppi spontanei che si riconoscono in questo tema è che ci chiedono di aderire. La mia risposta è sempre la stessa: se state dalla parte dei passeggini e se volete mettere al centro dell’agenda politica del Paese la famiglia, andate in una piazza con i vostri passeggini vuoti e, sorridenti, dite #iostoconipasseggini.
Secondo il giudizio di molti l’asilo nido è una scelta, in realtà molto spesso è una necessità per le famiglie con entrambi i genitori lavoratori e i parenti anziani, credi che il nido sia un parcheggio per i nostri figli?
Io credo che l’asilo nido oggi sia l’unica scelta possibile e che nemmeno tutti ne possano beneficiare. Mi spiego: non sarebbe meglio, alla luce dei costi di un asilo nido a Roma, dare l’opportunità alle famiglie di scegliere? Se mio figlio al nido costa al Comune di Roma circa 1.300 euro, non sarebbe meglio ricevere 650€ e dare a me l’opportunità di scegliere cosa fare? In questo modo azzereremmo la lista di attesa e permettere ad una famiglia di scegliere se: portare il bimbo al nido, pagare una baby sitter, concordare con l’azienda un part time per me o mia moglie, chiedere aiuto ai nonni e utilizzare i 650€ per pagare il mutuo… Le famiglie vorrebbero arrivare alla fine del mese con qualche soldo in più: cosa ce ne faremo tra qualche anno di 1000 asili nidi se non facciamo più figli? 
Da ex assessore alla famiglia come spieghi che le istituzioni cambiano unilateralmente  le carte in regola, in deroga ad accordi già siglati coni cittadini? 
Amministrare è difficilissimo e decidere non piace mai a nessuno. Ma nel caso degli aumenti dei nidi a Roma è stato fatto un errore incredibile per pigrizia. Se avessero fatto delle simulazioni, se avessero perso tempo incontrando le persone vere, se non avessero trattato le famiglie come un file Excel tra i tanti, non avremmo avuto questa sollevazione popolare. Lo sapete quale è la migliore politica familiare? Se non puoi fare nulla, non aumentare le tariffe.
La legge non è uguale per tutti?
Sembra di no. Ma quando a violarla è un Sindaco o un’amministrazione comunale diventa preoccupante perchè tutto diventa relativo. La gente si domanda: perchè lui può fare il gioco delle tre carte e io sono costretto a trovarmi un secondo o terzo lavoro per dare un futuro alla mia famiglia? Tuttavia abbiamo tutti una coscienza e se il Sindaco sbaglia non dobbiamo sbagliare anche noi. 
E’ giusto che per affermare dei diritti garantiti dalla costituzione e per crescere delle famiglie felici si debbano fare tutti questi sforzi?
Questa è la follia, non solo a Roma. È giusto che mentre nel resto d’Europa chi fa un figlio viene valorizzato e aiutato, in Italia si deve sentire abbandonato e colpevolizzato? Mi auspico che il Presidente Renzi, che è anche padre di tre figli, faccia qualcosa di concreto per aiutare le famiglie. Questi 80 € sono un segnale, ma purtroppo il mutuo o l’asilo non lo paghiamo con i segnali. Serve una riforma seria siamo ad un punto di non ritorno. O adesso o mai più.
Quali sono le prossime date cruciali di questa battaglia?
Continuare sempre e dovunque a tenere alta l’attenzione su questo tema. Domandare a tutti #iostoconipasseggini e tu? Siamo stati a Teramo, andremmo nelle altre città che ci stanno contattando perché si tratta di una priorità nazionale…
L’economista francese Jacques Attali sostiene che non si può parlare di crescita in un continente, l’Europa, e in uno stato, l’Italia, dove le nascite sono quasi pari allo zero, senza nuovi nati non esiste futuro per il paese, cosa serve allora concretamente per favorire una politica delle nascite e il sostegno alla genitorialità?

Lo scorso anno, secondo l’Istat, sono venuti al mondo 514.308 bebè (il valore più basso da quando si fanno le rilevazioni), circa 20 mila in meno rispetto all’anno precedente e 62 mila in meno rispetto al 2008. Basterebbe questo dato per rabbrividire. Cosa si può fare? Rompere le scatole dicendo a gran voce #iostoconipasseggini, prima o poi qualcuno capirà che fare famiglia è la startup più vantaggiosa che abbiamo. Renzi, guarda utente famiglie, sono il futuro del nostro paese: non vogliono elemosina, ma equità!

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