Per Yulia, leader dimenticata, è l’ora della Corte europea

UCRAINA: TIMOSHENKO, LA GIOVANNA D'ARCO DI KIEV, CONDANNATA

di R. Bonani

3 settembre 2012

L’ex capo del governo Yulia Tymoshenko, prima donna a ricoprire questa carica in Ucraina, vede riconfermata da parte dell’Alta Corte di Kiev la condanna a 7 anni di carcere per abuso di potere.

Arrestata il 5 agosto 2011, è stata accusata di aver imposto alla società statale energetica Naftogaz un accordo con il colosso russo Gazprom per le importazioni di gas nel 2009, senza il parere del governo da lei guidato. Secondo l’accusa, il prezzo concordato, 450 dollari ogni 1000 metri cubi, sarebbe stato svantaggioso per l’Ucraina, con un danno stimato circa 130 milioni di euro, risarcimento richiesto all’ex premier.

Concluso il terzo e ultimo grado di giudizio interno ora Evghenia Tymoshenko, figlia 32enne della leader, portavoce della campagna per la liberazione della madre, può appellarsi alla Corte Europea per i diritti umani.

La figlia ha denunciato a Strasburgo torture e detenzione illegale, si appella art. 6 della Carta dei diritti umani che stabilisce il diritto ad un processo equo e chiede la liberazione della madre affetta da ernia del disco. Trasferita in ospedale, necessita di terapie anche per i maltrattamenti subiti.

L’assemblea politica del Partito Popolare Europeo (PPE) nella sua seduta odierna ha accolto la figlia Evghenia e ribadito il suo sostegno all’ex primo ministro Yulia Tymoshenko. Il presidente del PPE Martens ha ricordato che l’Unione europea, gli Stati Uniti d’America, e le principali organizzazioni internazionali hanno già dichiarato che il processo, che ha condannato Yulia Tymoshenko, non ha rispettato gli standard internazionali ed è stato motivato politicamente. “Sarebbe troppo facile ora per l’attuale regime fingere di organizzare elezioni libere ed eque in ottobre, dopo aver decapitato l’opposizione politica.” dichiara Martens.

Mammaiutamamma sostiene l’appello per la liberazione di una donna, mamma, una leader impegnata per il suo paese e sostiene l’ostinazione e la perseveranza di una figlia che vuole rivedere la madre libera.

 

 

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