Cyberbullismo, i dati in crescita. Intervista alla criminologa Roberta Bruzzone, autrice del libro: Nella tela del ragno, manuale di autodifesa digitale

Il network continua a porre la propria attenzione sui fenomeni di bullismo e cyberbullismo, al centro della cronaca quotidiana e in rapido aumento.  Lo fa intervistando Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa forense, autrice, insieme a Emanuele Florindi, del libro: Nella tela del ragno, manuale di autodifesa digitale.

Buongiorno dottoressa,

grazie per questo suo contributo, il manuale rappresenta una vera e propria guida ai rischi della rete, con buone pratiche e indicazioni operative da adottare per navigare in sicurezza e difendersi in caso di aggressioni. Una chiara descrizione delle molteplici articolazioni dell’interazione nel web.  

Nella sua pubblicazione affronta differenti devianze della rete, dal cyberstalking al Revenge Porn, attraverso il Gaming indaga i caratteri misogeni della comunicazione online, Harassment, IAI. Volendo focalizzarsi sul cyberbullismo molte sono le definizioni attribuite al fenomeno. La legge 71 del 29 maggio 2017 lo definisce come una forma di abuso realizzata per via telematica, lei nel suo libro parla di continuum tra mondo fisico e liquido:

  • Possiamo ritenere i due fenomeni, bullismo e cyberbullismo indissolubili?
  • In caso affermativo, secondo lei quali sono le principali ragioni di questo binomio?

BRUZZONE: si, ritengo che ormai separare le due condizioni sia anacronistico, perché ormai tutto ciò che è bullismo è destinato ad essere utilizzato nel mondo online e nel mondo social, quindi a diventare cyberbullismo. Una distinzione oggi diventa difficile trovarla. L’aspetto centrale che ci aiuta a riconoscere quando si tratta di bullismo e cyberbullismo è il concetto di asimmetria, ci deve essere qualcuno che subisce in maniera sistematica molteplici modalità di violenze reiterate, da parte di uno o più soggetti che, in maniera organizzata, lo attaccano quotidianamente. Oggi questo tipo di modalità sono spesso di matrice persecutoria e possono assumere diverse forme. Purtroppo quello che i dati restituiscono, è che la problematica del bullismo e cyberbullismo vede sempre più spesso anche le ragazze protagoniste in maniera negativa, ossia come bulle e cyberbulle.

La legge sul cyber-bullismo è quindi indirizzata ai minori:

  • Ritiene che sia necessario estenderla agli adulti? Penso agli atti di cyber-bullismo diretti contro i professori e penso alla normativa sullo stalking.

BRUZZONE: io non credo che serva, onestamente io ho qualche perplessità sulla normativa introdotta, perché non la ritengo granché efficace. Abbiamo già, nel codice, tutta una serie di reati anche più gravi, come tipologia di capo d’imputazione rispetto al cyberbullismo, che potrebbero essere contestati anche ai minori. Non ha senso quindi estenderlo agli adulti perché ci sono già una serie di reati che ampiamente ricomprendono le condotte di questo genere: la diffamazione aggravata, gli atti persecutori, il revenge porn, non ipotizzerei l’allargamento di questa fattispecie di reato, che non mi sembra abbia rappresentato uno strumento a tutela delle vittime, anche se minori.

Secondo il rapporto ISTAT di giugno 2020, Bullismo e Cyberbullismo colpiscono spesso gli stessi ragazzi: tra quanti hanno riportato di aver subìto ripetutamente azioni offensive online, ben l’88% ha subìto altrettante vessazioni in contesti fisici. La diffusione in rete, come lei ben chiarisce, permette e garantisce la spettacolarizzazione del reato:

  • Ritiene che il gestore del sito internet o del social media debba avere maggiore responsabilità e autonomia nella tempestiva rimozione di contenuti violenti, anche prima della segnalazione di un soggetto abusato?

BRUZZONE: assolutamente si, io infatti proporrei se proprio dobbiamo cambiare la normativa, prevederei un profilo di responsabilità da parte del Provider. Le piattaforme social importanti come youtube, facebook, instagram sono quelle dove di fatto i contenuti vengono poi divulgati e dove si potenzia l’effetto dannoso di questo tipo di condotte nei confronti della vittima. Ritengo quindi che una normativa efficace dovrebbe prevedere anche un profilo di responsabilità da parte di questo tipo di piattaforme laddove non agiscano tempestivamente per cancellare questo tipo di contenuti.

 Secondo i dati presentati nel 2021 da Moige, Movimento Italiano Genitori onlus,  dopo la pandemia, il 17% dei ragazzi tra 6 e 10 anni è iscritto a Tik Tok e Instagram, il 64% tra 11 e 14 anni e il 70% tra i 15 e i 20 anni. Pervasività, persistenza, anonimato, mancanza di empatia e disimpegno morale, sono le caratteristiche principali del cyberbullismo. 

Come da lei descritto nel manuale il cyberbullismo investe maggiormente le ragazze, colpite da commenti a sfondo sessuale, il 12,4% contro il 6,7% dei maschi, mentre il 46% dei maschi ha raccontato di essere stato vittima di bullismo da parte dei compagni.

  • Possiamo quindi ritenere il cyberbullismo un ulteriore strumento pericolosissimo di diffusione e rafforzamento della violenza di genere?

BRUZZONE: sicuramente si, quello che viene definito cyberbullismo ha contenuti diffamatori, persecutori, a volte esplicitamente di molestie sessuali. Il contenitore cyberbullismo è un contenitore che in realtà già ricomprende una serie di condotte sanzionate dal nostro codice, anche nei confronti dei minori, quindi al momento questo valore aggiunto legato all’introduzione di questa particolare norma non lo vedo granché, anzi penso che sarebbe molto più efficace un’imputazione per esempio di atti persecutori piuttosto che per cyberbullismo.

  • Come è possibile disinnescare la mancanza di empatia e il disimpegno morale del: “se l’è cercata,  perché aveva la minigonna e non i jeans, perché ha condiviso inizialmente volontariamente materiali hard“….

BRUZZONE: E’ un problema molto complesso, per arrivare al punto da non avere empatia, non essere in grado di leggere la sofferenza che si crea, significa che dietro c’è un soggetto cresciuto senza sviluppare quel tipo di funzione, che è una funzione fondamentale dell’io e che è chiaramente un elemento che fa la differenza tra un essere umano che funziona ed un essere umano che diventa un predatore, quindi pericoloso. Nell’età adolescenziale se l’empatia non ce l’hai già è un po’ difficile fartela sorgere.

Nel suo manuale sono molti chiari gli identikit dell’aggressore e dei seguaci, gregari complici del bullo:

  • Quali sono le azioni più efficaci da mettere in campo per prevenire il disimpegno morale, l’effetto branco e la violenza?

BRUZZONE: il problema è enorme per contrastare questo fenomeno più che agire sui bulli è necessario agire sugli spettatori, i gregari, i bystanders, come si dice in gergo, quelli che anche, di fatto, con la loro indifferenza sostengono l’operato dei bulli e dei cyberbulli. E’ su di loro che dovremmo lavorare perché su di loro probabilmente ci sono maggiori margini rispetto ai bulli. Molti di questi soggetti non prende posizione, non protegge la vittima perché teme di diventare vittima a sua volta, quindi probabilmente il lavoro da fare molto importante soprattutto nelle famiglie italiane e a scuola, è quello di lavorare sui ragazzi, su quelli che non sono bulli, che non commettono atti di bullismo ma che assistono agli atti di bullismo commessi da altri senza prendere posizione.

Spesso i genitori non riescono a controllare l’accesso ai contenuti e la navigazione dei più piccoli e a responsabilizzare gli adolescenti. Secondo i dati Moige 2021: 6 ragazzi su 10 sono connessi senza controllo, e secondo i dati Telefono Azzurro, il 30% dei genitori italiani ammette di non avere adeguate competenze sulle tematiche online, in particolare su cyberbullismo, incitazione al suicidio, autolesionismo, hate speech e sextortion.  Secondo il 39% dei genitori la scuola dovrebbe essere il punto di riferimento per la formazione digitale, eppure, quasi la metà degli insegnanti (il 46%) non si considera adeguatamente preparato per colmare le lacune informative. 

Nel periodo del confinamento, è stato registrato un incremento del +26% delle richieste di aiutoLe motivazioni sono riferibili: 21,2% attività di cyberbullismo più frequente; 10,1% sexting; 6,5% violazione della privacy, ma anche paura e ansia (+8%), ideazione suicidaria (+29%), atti autolesivi (+27%), disturbi alimentari (+22%) e percezione dell’immagine corporea (+22%). 

Il periodo della pandemia ha determinato anche delle limitazioni all’azione del Garante della privacy, azioni in deroga alle condizioni di protezione della privacy, possiamo dire che il Covid ha determinato una modifica unilaterale delle condizioni della privacy:

  • Quali possono essere i rischi connessi all’indebolimento delle condizioni di protezione della privacy per ragioni istituzionali, governative?

BRUZZONE: Ha conseguenze deleterie, già siamo troppo generosi a condividere informazioni che ci riguardano, con l’abbattimento di certi tipi di barriere e protezioni, devo dire che questo mi preoccupa moltissimo non solo per quanto riguarda i più giovani ma anche per quanto riguarda il mondo degli adulti.

Arriviamo dunque alle azioni da adottare in caso di abuso, indicate nel Cyber Civil Rights Initiative: 

  • documentare il fatto con screenshot; 
  • denunciare alle Forze dell’Ordine; 
  • segnalare il contenuto illecito al gestore del servizio; 
  • bloccare il mittente; 
  • parlare con una persona di fiducia;
  • richiedere assistenza psicologica.

Alcune delle ragioni per cui i ragazzi non denunciano le pratiche subite vanno ricercate nella mancanza di fiducia negli adulti, inclusi gli insegnanti; la paura di ritorsioni e ripercussioni; il senso di colpa, vergogna, stato confusionale che spinge le vittime a sentirsi sbagliate, rendendo difficile capire a chi rivolgersi per chiedere aiuto. Sono quindi molto importanti alcune regole di autodifesa da lei indicate, per i ragazzi:

  • evitare di postare informazioni troppo personali;
  • modificare le impostazioni account; 
  • rimuovere le opzioni di collegamento;
  • verificare le immagini taggate; 
  • disattivare il GPS e WI-FI quando non siano necessari.

Le proposte del network per rafforzare le pratiche di prevenzione e contrasto del fenomeno sono:

  1. garantire un coordinamento multi-disciplinare;
  2. implementare la corretta ed univoca rilevazione dei dati, fondamentale per una piena comprensione del fenomeno e l’individuazione di efficaci strumenti di contrasto oggi ancora assenti; 
  3. inserire il tema della privacy e dell’identità digitale nel piano di offerta formativa, all’interno della materia di educazione civica nelle scuole; 
  4. formare costantemente i genitori e i docenti sul tema;
  5. aumentare l’impegno di spesa sanitaria destinato alla salute mentale, oggi pari solo al 3,5%;
  6. Potenziare gli interventi destinati ai giovani per influenzare il contesto dei pari, favorendo un cambiamento positivo nel Gruppo, tale da ridurre il rinforzo sociale che il bullo si aspetta di ricevere, abbassandone quindi la motivazione a mettere in atto i comportamenti di prevaricazione e favorire la comparsa di comportamenti empatici;
  7. Inserire la responsabilità del provider nella legge contro il cyber-bullismo.

Nella comunità virtuale siamo chiamati ad uno sforzo collettivo per educare i membri, cittadini digitali moralmente responsabili, a mettere al centro della propria azione l’altro. 

Vogliamo ricordare alcune delle vittime di questo fenomeno:

  • 2012 Amanda Todd, Canada
  • 2012 Andrea Spezzacatena, Italia
  • 2013 Carolina Picchio, Italia
  • 2018 Amy Everett, Australia
  • 2021 Antonella Sicomero, Italia

Nella profonda convinzione che dalle azioni del singolo dipenda il destino di tutti.

di R. Bonani

ILoveMuM arriva a Trastevere il primo spazio di co-working dedicato alle mamme

E’ stato inaugurato questa mattina, a Roma, Trastevere, Via San Francesco di Sales, 1, nello spazio della Casa Internazionale delle Donne, Ilovemum, ambiente di lavoro condiviso e aperto a tutti con area babysitting. La soluzione low cost per conciliare lavoro e famiglia.

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Care mamme, cari genitori,

Oggi il network parla di città sostenibile, a portata di famiglia. E’ stato inaugurato questa mattina, a Roma, Trastevere, Via San Francesco di Sales, 1, nello spazio della Casa Internazionale delle Donne, Ilovemum, ambiente di lavoro condiviso e aperto a tutti con area babysitting. La soluzione low cost per conciliare lavoro e famiglia.

All’interno dell’area è possibile affittare postazioni personali, 10 in tutto, ad uso flessibile, dalle 10 alle 18, dal lunedì al venerdì, su prenotazione, con armadietto, wireless, stampante, scanner, servizio di segreteria e usufruire di una sala riunioni, zona lounge e bar.

Mentre i genitori lavorano, i bimbi hanno a disposizione il nido e il playground, con diverse soluzioni flessibili personalizzate, in orario d’ufficio o extra orario, solo su prenotazione, a cura dell’Associazione Non Solo baby sitter e dell’Associazione Azucar dolcemente insieme.

Il progetto nasce nel 2014 da un’idea di Eva Barrera Meazzini e Serena Cinquegrana e da un team tutto al femminile composto da Chiara Graziani, Executive Director, Joelle Caimi, Relazioni Istituzionali, Beatriz Gonzalez Camazon, Eventi, Chiara Vigliotti, Press & Web, Eva Milella, Comunicazione & PR, protagonista delle imperdibili vicissitudini di Malamamma, Elena Biondi, Coordinamento Babysitter, Chiara Alessandrini, Babysitter, Gaia Tombolini, Babysitter.

Ad accoglierci questa mattina è proprio lei, Eva Barrera, da anni sul fronte della cultura e della promozione sociale, splendida giovane mamma, che spiega come l’obiettivo di Ilovemum sia quello di offrire ai neo-genitori l’opportunità di non abbandonare le ambizioni lavorative e alle donne di conciliare lavoro e famiglia.

L’iniziativa è rivolta in particolare ai genitori dei bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni, la fascia meno coperta dai servizi sociali, spiega la fondatrice. Mentre Chiara Graziani ci spiega come lo spazio sia stato individuato dalle promotrici del progetto per valorizzare i luoghi “sostenibili” della nostra città, adeguandoli a stili di vita innovativi secondo la formula sharing is caring.

Il progetto ha ricevuto il sostegno della Regione Lazio, promosso dall’Associazione di Promozione Sociale Female Cut, da anni attiva con successo sul territorio nell’organizzazione di eventi e nella valorizzazione della creatività e del lavoro al femminile, ha come partner, Azùcar dolcemente insieme , Non Solo Babysitter, La casa internazionale delle donne, l’associazione Il Cortile e C.O.R.A. Roma Onlus.

Hanno partecipato all’inaugurazione anche i rappresentanti del I Municipio tra cui Iside Castagnola, Presidente della Commissione Tutela dei Diritti del I Municipio, che sostiene questa iniziativa di social business e promozione della parità di genere.

Sul sito Ilovemum è possibile trovare tutte le informazioni sulle tariffe e le prenotazioni.

Per qualsiasi info scriveteci a rachele@mammaiutamamma.it

Stay Tuned!

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ILoveMum coworking e area baby care nel cuore di Roma

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Inaugurazione ILoveMum domenica 28 febbraio 2016 Roma

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Area baby care ILoveMum Via san Francesco di Sales, 1

Femminicidio, il 2013 l’anno più violento, secondo il rapporto Eures

25-novembre-giornata-internazionale-contCare mamme, cari genitori,

nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è l’Eures, istituto di ricerche economiche e sociali, con il secondo rapporto sul femminicidio in Italia, nel 2013, a fotografare un paese sempre più violento.

Sono 179 gli omicidi di donne nel 2013, +14% rispetto all’anno precedente.

La ricerca, a cura di Fabio Piacenti, presentata lo scorso 17 novembre, realizzata attraverso l’elaborazione e l’analisi dei dati estratti della Banca dati dell’Eures (validati dal Ministero dell’Interno), fotografa le dinamiche e l’evoluzione del femminicidio in Italia. Evidenzia il raddoppiamento delle violenze nel centro Italia, il sud supera il nord.

Il 70% dei femminicidi avviene in famiglia, per mano di un uomo e il principale movente è identificato nel possesso. Nel 2013 il 66,4% delle vittime di femminicidio familiare ha trovato la morte per mano del coniuge, del partner o dell’ex partner.

Si legge nel rapporto “Nell’ultimo decennio sono oltre 330 le donne uccise in Italia, per aver lasciato il proprio compagno. Quasi la metà nei primi 90 giorni dalla separazione – I “femminicidi del possesso” seguono generalmente la decisione della vittima di uscire da una relazione di coppia.”

Purtroppo si assiste anche all’aumento dei matricidi, per il protrarsi, secondo l’Eures, della crisi, che aumenta il disagio sociale e spinge i figli a colpire le madri per questioni economiche .

I segnali più forti sono i maltrattamenti pregressi, nel 2013 ben il 51,9% delle future vittime di omicidio (17 in valori assoluti) aveva segnalato o denunciato alle Istituzioni le violenze subite e allora perchè sono morte?

A rispondere ad alcune domande della redazione Viviana Vassura, responsabile ufficio stampa Eures,

 Qual è la metodologia della vostra ricerca?

L’Eures Ricerche Economiche e Sociali ha istituito, già da diversi anni, un Osservatorio sull’Omicidio volontario in Italia, che raccoglie oltre 17 mila casi di omicidio volontario avvenuti in Italia tra il 1990 e oggi, analizzati secondo 216 variabili (144 relative alla vittima e 72 all’autore). Allo scopo di approfondire i diversi aspetti di maggiore interesse criminologico e sociologico e di rilevare i fattori di rischio omicidiario, sono inoltre rilevate alcune informazioni riguardanti la descrizione della scena del delitto, la dinamica della relazione tra la vittima e l’autore negli omicidi di coppia (tra coniugi, conviventi, partner, ex coniugi/ex partner), la presenza di una o più forme di disagio della vittima e dell’autore (disagio psichico, dipendenze, stili di vita a rischio) e il contesto in cui si sviluppano gli eventi, con una particolare attenzione al femminicidio (rilevando i casi in cui l’omicidio ha seguito episodi di violenza, o denunce alle Forze dell’Ordine). Tale lavoro statistico è realizzato attraverso il monitoraggio quotidiano delle diverse fonti giornalistiche e le informazioni analitiche del Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale.

Qual è il dato più inquietante che emerge da questo rapporto?

Direi quello che noi abbiamo definito il “lessico dell’odio”: nel 2013 che la prevalenza dei femminicidi (51 vittime, pari al 28,5% dei casi), è stato commesso “a mani nude” (attraverso percosse, strangolamento e soffocamento) evidenziando, rispetto agli omicidi agiti ad esempio attraverso armi da fuoco o da taglio un più alto grado di violenza e rancore.

 Produrrete anche il III rapporto per il 2014?

Il lavoro di raccolta dei dati è quotidiano, ad oggi stiamo infatti raccogliendo e analizzando i casi relativi agli omicidi nel 2014, che a fine anno saranno confrontati e validati con quelli del Ministero dell’Interno. È quindi presumibile che anche l’anno prossimo realizzeremo un approfondimento sul Femminicidio, o su un’altra fattispecie omicidiaria che a nostro avviso merita una più ampia riflessione.

Lei è una donna che messaggio si sente di lanciare a chi è vittima di violenza?

Direi alle donne che subiscono violenze, vessazioni o maltrattamenti i qualsiasi tipo da parte del proprio compagno che non ci sono alibi o scusanti alla violenza di un uomo su una donna, perché un uomo che utilizza la violenza (anche psicologica) per affermare la propria forza o per umiliare la propria compagna quasi sicuramente continuerà a farlo. Il 30% delle donne vittime di omicidio all’interno di una relazione di coppia aveva subito maltrattamenti “noti” pregressi (ma probabilmente il dato è ancora più alto, considerando l’elevato “numero oscuro”, costituito dall’omertà e dalla mancata denuncia da parte delle vittime). Probabilmente se al primo segnale di violenza quelle donne avessero allontanato il loro carnefice adesso sarebbero ancora vive.

 Grazie Viviana Vassura per il vostro impegno e il vostro lavoro,

La nostra redazione continuerà a tenere i lettori aggiornati sulle misure e i dati di questo fenomeno

di R. Bonani

Stay Tuned,

scriveteci a rachele@mammaiutamamma.it

Scarica qui la Sintesi Femminicidi 2014 EURES

Arriva dalla Silicon Valley la soluzione per conciliare lavoro e famiglia

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Sono proprio i colossi del social network a lanciare la proposta, Twitter e Facebook adottano la criogenesi per garantire alle proprie lavoratrici, la maternità, potendola rimandare per dedicarsi di più e meglio al lavoro.

Per molti è Sheryl Sandberg la mente di questa nuova trovata aziendale. Classe 1969, direttore operativo di Facebook, 66°donna più influente al mondo, secondo Forbes, madre di due figli, autrice del testo Lean in, che analizza le cause per cui le donne faticano ad affermarsi nel mondo del lavoro e suggerisce come rimuovere questi ostacoli.

Un dibattito acceso negli Stati Uniti, negli ultimi anni, che è nato dalle riflessioni di leader e top manager, rosa. A partire da Anne Marie Slaughter, consigliera di Obama, fino all’amministratore delegato di Yahoo, Marissa Mayer e le dirigenti Indra Nooyi, Virginia Rometty, Mary T. Barra, si continua a discutere sulla conciliazione tra famiglia e lavoro.

Facebook è la prima azienda ad offrire un bonus che copre tutte le cure per la fertilità, fino a un massimo di 20 mila dollari, il colosso guidato da Tim Cook, avvierà la procedura a partire dal gennaio 2015. Un beneficio e un investimento sulle donne secondo Brigitte Adams, creatrice del forum Eggsurance.com, mentre per la ex dipendente di Facebook e scrittrice Kate Loss si tratterebbe di ridurre la vita umana ad una clausola contrattuale per garantire i ricavati dell’azienda.

La crioconservazione degli ovuli è una tecnica complessa, gli ovuli, pieni di acqua, possono formare cristalli di ghiaccio, nel processo di congelamento, capaci di comprometterne l’integrità.

In Italia l’approvazione della legge 40/2004 sulla fecondazione assistita, ha vietato il congelamento degli embrioni e ha prodotto lo studio alternativo della crioconservazione degli ovuli. La cura non è semplice, bisogna assorbire massicce dosi di ormoni per produrre i numerosi ovociti da prelevare, che saranno conservati nell’attesa di essere utilizzati, se non compromessi durante lo scongelamento.

Quello che è certo è che, anche in questo caso, si chiede alla donna di privarsi di qualcosa per ottenere parità in carriera, e voi:

siete d’accordo con la crioconservazione degli ovuli come soluzione per lavorare di più senza rinunciare alla famiglia?

è questo secondo voi il modo giusto di conciliare vita familiare e vita professionale?

Scriveteci a:

rachele@mammaiutamamma.it

Segue l’intervista alla ginecologa del network Francesca Donadio

Stay Tuned!

Nursery Rhymes and Books, canzoni e libri in inglese per bimbi 0-12 mesi

Locandina_NURSERY RITMES AND BOOK_con patrocinio PF

Care mamme, cari genitori,

oggi parliamo dell’attività di una super mamma, è Elisa Antonielli, pediatra, madre di 3 splendidi bimbi, torinese, dal 2013 si è trasferita a Roma e organizza delle iniziative creative e stimolanti per i più piccoli.

Nursery Rhymes and Books è l’appuntamento ogni martedì dalle 10.30 alle 11.30 all’oratorio della parrocchia di San Pancrazio, nel quartiere Monteverde di Roma, per condividere insieme ai più piccoli, 0-12 mesi, e alle loro mamme, in sintonia e allegria, canzoncine e libri inglesi.

 Gli incontri, gratuiti, iniziano martedì 14 ottobre 2014. L’iniziativa di Elisa nasce dalla volontà di unire musica, lingua e condivisione tra mamme e bambini e dall’esigenza di trovare attività per bimbi molto piccoli nella nostra città.

Se negli ultimi anni abbiamo assistito al moltiplicarsi di laboratori e luoghi per bambini e ragazzi a partire dai 5 anni, poche sono le realtà che accolgono le mamme con i figli neonati o poco più, raramente in spazi organizzati per loro.

Come mamma del network Elisa è una pediatra-aiuta-mamma, e si presenta così:

Sono una Pediatra specializzata presso l’Università di Torino. Mi sono da poco trasferita a Roma, Monteverde Vecchio, perché mio marito è radiologo all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Sono mamma di 3 bimbi, conosco quindi le ansie ed i bisogni di una mamma, cui potrò rispondere in modo professionale e con molta pazienza e dolcezza. Ho frequentato ospedali in varie parti del mondo (Londra, Barcellona, Coimbra, Monterrey, Torino, Roma, Brescia), venendo a contatto con diverse culture, differenti modalità di approccio al paziente e approfondendo le mie competenze mediche. Parlo inglese, spagnolo, portoghese e francese.

A tutte le mamme ed i papà che abitano nel circondario di Monteverde Vecchio a Roma do la mia disponibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per visite domiciliari private contattandomi al numero 3408052789.”

Scarica qui il curriculum di Elisa

Vi aspettiamo!

Stay Tuned

Sabato 4 ottobre Duebebè vi aspetta, è Swap Party, ovvero, shopping a costo zero!

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Care mamme, cari genitori,

si dice Swap Party e si traduce scambio gratuito, ad organizzarlo, Serena Bacchiarri, mamma all’avanguardia, che vuole portare nella capitale una ventata di Mittle Europa. E allora la cultura del riciclo, dello scambio e del confronto diventa un nuovo più sostenibile stile di vita.

marchio_300dpiE’ a Monteverde, nel negozio biologico di Serena, Duebebè, che ogni primo sabato del mese, è possibile portare vestitini e dedicarsi allo swap.

Nel negozio di abbigliamento biologico per bambini di Monteverde organizzo, ogni primo sabato del mese, un mercatino dello scambio per le clienti. Ormai noto come Swap Party è un modo di introdurre quelle sane abitudini nordeuropee di riciclare, riutilizzare, far economia, ma anche come momento di socializzazione tra mamme del quartiere. Lo organizzo con una piccola merenda da 2 anni e mezzo da quando ho aperto questo negozio e non posso farne a meno perché le clienti mi chiedono di organizzarlo.

Mi portano i loro abitini usati lavati ed in ottimo stato, li valuto indipendentemente dalla marca, consegno loro un buono-valore con cui potranno partecipare/acquistare. Se non troveranno nulla conserveranno i buoni per il mese successivo. A fine stagione gli abitini rimasti verranno donati all’Associazione di volontariato Salvamamme.

Grazie per l’attenzione,

Serena Bacchiarri”

Oltre allo swap party, Duebebè organizza molte altre attività per mamme e famiglie come i corsi di primo soccorso, stay tuned!

Scriveteci alla redazione di mammaiutamamma.it

rachele@mammaiutamamma.it

L’Italia torna a scuola e Mammaiutamamma riparte con molte novità!

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Care mamme, cari genitori,

sono ricominciate le scuole e con la loro riapertura tornano all’ordine del giorno i dibattiti su maternità, genitorialità e insegnamento. Anche quest’anno la redazione di Mammaiutamamma.it tiene i riflettori accesi sulle tematiche legate alla famiglia e alla donna.

Proseguono le nostre rubriche: la grafologa Serena Baldassarre ci indicherà vie inedite per migliorare la scrittura dei nativi digitali e la ginecologa Francesca Donadio ci aiuterà a scoprire i misteri del nostro corpo.

Ma la nostra community è molto di più, un luogo per scambiarsi informazioni utili, ma anche attrezzatura e vestiti per bambini; referenze e informazioni su colf e baby sitter, promuovere tutte le realtà impegnate nell’integrazione di bambini e adolescenti problematici.

Mammaiutamamma.it è un luogo dove scoprire i caratteri delle donne italiane contemporanee, nella sezione interviste alle donne leader. Stimoliamo i più piccoli a ragionare sui libri e le notizie che vogliono trasmettere ai loro coetanei attraverso la redazione dei piccoli, a cura di Lorenzo Biondi. Promuoviamo progetti di sostegno alla genitorialità e intrattenimento educativo per bambini e adolescenti, in tutta Italia.

Mentre continuano gli annunci di riforme epocali e ristrutturazioni clamorose di insicuri ambienti scolastici e inesistenti servizi alla famiglia, Mammaiutamamma procede a piccoli passi, contribuendo alla promozione di un nuovo modello sociale di genitorialità e equità di genere.

Confrontatevi con la nostra redazione, scriveteci a rachele@mammaiutamamma.it

Una questione di genere: Italicum un passo indietro?

PariOpportunità

Care mamme,

oggi parliamo di parità o forse meglio, equità di genere, che passa anche attraverso l’adozione e l’applicazione di leggi che garantiscano la rappresentanza delle donne nei ruoli centrali delle istituzioni e delle aziende, come la legge 12 luglio 2011, n. 120.

Questa norma stabilisce che gli organi di amministrazione e controllo (cda e collegio dei sindaci) delle società quotate e quelli delle società controllate da pubbliche amministrazioni dovranno essere rinnovati riservando una quota pari ad almeno un quinto dei membri al genere meno rappresentato. Questa percentuale sale dal 20 al 33% nel secondo e nel terzo rinnovo degli organi. Tra circa 9 anni, alla fine dei tre mandati, cesserà l’operatività delle quote di genere.

E alla Camera è stato bocciato oggi, 10 marzo 2014, a scrutinio segreto l’emendamento che prevede l’alternanza dei sessi nei posti in lista, le cosiddette quote rosa. I voti contrari all’emendamento sono stati 335, e i favorevoli 227.

Il testo originale dell’Italicum dice che c’è la garanzia che in lista ci sia la metà dei candidati donne, ma non la certezza che ci sia la parità di genere fra gli eletti. Infatti non più di due candidati dello stesso sesso possono essere in posizioni consecutive, pena l’inammissibilità della lista. Questo però comporta che i primi due in lista potrebbero essere uomini e sarebbero evidentemente i più facilmente eleggibili.

L’emendamento proposto dalla deputata pd Agostini Roberta a firma bipartisan, per cui “nella successione interna delle liste non possono esservi due candidati consecutivi del medesimo genere, a pena di inammissibilità“, è stato bocciato. Come anche l’emendamento bipartisan alla legge elettorale che prevedeva che, almeno il 40% dei capilista fossero donne, in ogni regione. Un nuovo passo indietro verso l’equità che a nostro avviso deve necessariamente contenere:

  • la parità di condizioni di accesso alle professioni;
  • strumenti di conciliazione dei tempi di vita familiare e professionale;
  • incentivi all’imprenditoria femminile;
  • il rafforzamento della rete di protezione dalle pratiche di mobbing sul lavoro, dalle lettere di licenziamento in bianco e dalle dinamiche professionali deviate nei confronti della donna e della maternità;
  • parità di stipendio e di opportunità di avanzamento professionale;
  • un’educazione culturale finalizzata all’equità, al rispetto della dignità della donna, della non violenza agendo già a partire dalle scuole primarie;

E a suffragare la tesi di un welfare e di condizioni di genere, ancora oggi, squilibrate sono i dati del rapporto giovani 2013, promosso dall’Istituto Toniolo, che parlano di Millennial, donne di età compresa tra 18 e 35 anni, che pensano alla famiglia, ma non la cercano, per paura di perdere occasioni e affermazioni professionali, ritardando a proprio rischio e pericolo la maternità, per timore.

E ancora i numeri della mattanza che non si fermano, non sorprende di sentire che l’8 marzo sono 3 le vittime da aggiungere alla lista già troppo lunga di femminicidi del 2014, 21 in tutto dall’inizio dell’anno.

Pensando che sia essenziale continuare a riflettere sul ruolo della donna, madre, professionista, leader, nella storia e nel quotidiano e convinte che solo ragionando insieme si possa raggiungere una consapevolezza condivisa che potenzia la rete di sostegno, le pratiche di condivisione, e garantisce il miglioramento della qualità della vita anche oggi vi proponiamo il nostro sondaggio:

 

di R. Bonani

8 marzo all’insegna dell’Arte delle donne al Teatro Scuderie Villino Corsini

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Care mamme,

l’8 marzo 2014 al Teatro scuderie Villino Corsini di Roma, nella splendida cornice di Villa PamphiliL’Arte delle donne, dalle ore 16.15 alle ore 19.00, è un omaggio al mondo femminile.

Uno spettacolo, un documentario, un concerto, un incontro ma soprattutto un 8 marzo in cui riflettere sull’importanza del lavoro femminile. 
Da un passato di sfruttamento e di disuguaglianza ad un futuro di dignità e indipendenza.

L’Arte delle donne è promosso dalla Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea 
in collaborazione con Corrente Rosa
 e Direzione Teatro Villino Corsini. L’ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Per mamme e bambini, è previsto il baby parking!!

Intenso il programma della manifestazione con la partecipazione dell’Assessore Flavia Barca, il Presidente del Municipio XII Cristina Maltese, L’Assessore alle Politiche educative, scolastiche e culturali Tiziana Capriotti
.

  • ore 16.15: Teatro Cargo 
Scintille 90’
scritto e diretto da Laura Sicignano
;
  • ore 18.00: Per la mia strada, film documentario prodotto da Corrente Rosa;
  • ore 18.30
: Concerto per pianoforte di Gianna Fratta;

  • ore 19.00: Incontro di Serena Romano, Presidente Corrente Rosa, con Gianna Fratta, pianista e direttrice d’orchestra e Laura Sicignano, regista e autrice;

Scarica QUI il programma integrale.

Teatro Scuderie Villino Corsini, Villa Doria Pamphilj,
Largo 3 Giugno, angolo Via di San Pancrazio, Ingresso Arco dei Quattri Venti
 06 5882034 scuderieteatrali@gmail.com


Curiosità: l’origine controversa della giornata internazionale della donna, l’8 marzo, ha connotati fortemente socialisti, si attribuiscono a Rosa Luxembourg le prime richieste di una giornata per i diritti della donna. Ma è il 1977 l’anno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adotta una risoluzione che istituisce una giornata delle Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale, e due anni dopo, il 18 dicembre 1979 adotta la Convenzione contro ogni forma di discriminazione contro le donne.

di R. Bonani

Womenomics, l’impresa si tinge di rosa!

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Care mamme,

oggi continuiamo a discutere sul tema mamme e leadership e lo facciamo pubblicando un estratto del libro di Gianpaolo Bonani, L’impresa aumentata, che ci racconta la womenomics.

Il termine è stato coniato da Kathy Matsui, partner giapponese della banca d’affari Goldman Sachs, che ha voluto stimare il contributo aggregato che le donne danno allo sviluppo dell’economia mondiale.

Economia e impresa al femminile, come dice Alain Touraine, “le donne stanno diventando motore di un cambiamento politico perchè possono immaginare un modello sociale alternativo a quello maschile, ormai vecchio di secoli, entrato in crisi.”

E così il nostro autore descrive l’economia rosa e il suo potenziale.

“Nel 1950 le donne erano un quarto dei lavoratori. Oggi sono il 58%. Se in Italia l’occupazione femminile uguagliasse quella maschile l’avanzamento del PIL sarebbe del 22 per cento. Le piccole imprese a conduzione femminile sono nate in Italia nell’ultimo quinquennio al ritmo di 20.000 ogni anno, quasi sempre senza sostegni pubblici particolari e spesso senza analisi di mercato. Su 6 milioni di imprese, quelle guidate da donne sono il 23 %, cioè oltre 1,3 milioni.

Le startup rosa non sono occasionali, ma un fenomeno continuo. Le donne sono ottime imprenditrici dell’e-commerce. Le imprenditrici che gestiscono negozi su eBay erano oltre 5.000 nel 2011. Sul versante commerciale è sempre più rilevante la presenza femminile in rete.

Ci sono oltre 2 milioni di mamme sui social network e sui blog. Digital Mom è un fenomeno internazionale che porta le madri a consultarsi per risolvere i problemi di gestione casa-lavoro e per gli acquisti di prodotti di prima necessità domestica.

 Nella famiglia cellulare, padre, madre, figli, lei non ha più i compiti forzati della famiglia allargata tradizionale. Che abbia studiato o no, che lavori o gestisca l’economia domestica, conta per la metà della vita di casa. La madre “domestica” non è più maggioritaria e la “donna attiva” è il riferimento che s’impone. Non è più al servizio di un uomo, è libera nei suoi movimenti e percorre il mondo”. La descrizione corrisponde allo stereotipo della donna dei paesi economicamente benestanti, anche se non coglie l’immagine completa del più grande motore dell’economia mondiale, il consumo femminile.

La centralità della donna nell’economia viene conclamata. Non è solo una questione di marketing, che punta a massimizzare i comportamenti d’acquisto dell’esercito femminile. I sociologi sono convinti che si stia entrando in un’epoca segnata dalle virtù femminili. La donna è un animale razionale che possiede l’istinto al feed-forward “grazie alla sua maggiore capacità di relazionamento reciprocante”, dice Stefano Zamagni. La donna ha un sistema motivazionale in cui prevalgono le componenti intrinseche (etiche) e trascendenti (spirituali) che non si basano quindi  solo sulla ricompensa in denaro e potere (tendenza prevalente nel maschio). “La donna tende a privilegiare la competizione cooperativa – quella del win-win – piuttosto che con la competizione posizionale – quella del superstar effect: winner takes all, the loser loses everything. Ora, non vi è chi non veda come, con l’attuale traiettoria tecnologica basata sul lavoro di squadra, sia la competizione cooperativa a ottenere i migliori risultati.

La vera diversità delle donne viene dall’esperienza di cui sono portatrici. Sono state rinchiuse per troppi secoli nel privato. La loro irruzione nello spazio politico è la fine di una vistosa assenza. Sono portatrici, non per caratteristiche psicologiche ma storiche, di un nuovo interesse per la sfera pubblica, proprio in quanto tradizionalmente escluse. Le rivendicazioni femminili sono globali, hanno un discorso più inclusivo. È un processo lungo e che non dobbiamo valutare con gli occhi del passato. Gli uomini sono rivoluzionari, le donne sono democratiche. Sono capaci di elaborare progetti di riforma di società. 

 Scarica QUI il capitolo integrale

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