Cyberbullismo, i dati in crescita. Intervista alla criminologa Roberta Bruzzone, autrice del libro: Nella tela del ragno, manuale di autodifesa digitale

Il network continua a porre la propria attenzione sui fenomeni di bullismo e cyberbullismo, al centro della cronaca quotidiana e in rapido aumento.  Lo fa intervistando Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa forense, autrice, insieme a Emanuele Florindi, del libro: Nella tela del ragno, manuale di autodifesa digitale.

Buongiorno dottoressa,

grazie per questo suo contributo, il manuale rappresenta una vera e propria guida ai rischi della rete, con buone pratiche e indicazioni operative da adottare per navigare in sicurezza e difendersi in caso di aggressioni. Una chiara descrizione delle molteplici articolazioni dell’interazione nel web.  

Nella sua pubblicazione affronta differenti devianze della rete, dal cyberstalking al Revenge Porn, attraverso il Gaming indaga i caratteri misogeni della comunicazione online, Harassment, IAI. Volendo focalizzarsi sul cyberbullismo molte sono le definizioni attribuite al fenomeno. La legge 71 del 29 maggio 2017 lo definisce come una forma di abuso realizzata per via telematica, lei nel suo libro parla di continuum tra mondo fisico e liquido:

  • Possiamo ritenere i due fenomeni, bullismo e cyberbullismo indissolubili?
  • In caso affermativo, secondo lei quali sono le principali ragioni di questo binomio?

BRUZZONE: si, ritengo che ormai separare le due condizioni sia anacronistico, perché ormai tutto ciò che è bullismo è destinato ad essere utilizzato nel mondo online e nel mondo social, quindi a diventare cyberbullismo. Una distinzione oggi diventa difficile trovarla. L’aspetto centrale che ci aiuta a riconoscere quando si tratta di bullismo e cyberbullismo è il concetto di asimmetria, ci deve essere qualcuno che subisce in maniera sistematica molteplici modalità di violenze reiterate, da parte di uno o più soggetti che, in maniera organizzata, lo attaccano quotidianamente. Oggi questo tipo di modalità sono spesso di matrice persecutoria e possono assumere diverse forme. Purtroppo quello che i dati restituiscono, è che la problematica del bullismo e cyberbullismo vede sempre più spesso anche le ragazze protagoniste in maniera negativa, ossia come bulle e cyberbulle.

La legge sul cyber-bullismo è quindi indirizzata ai minori:

  • Ritiene che sia necessario estenderla agli adulti? Penso agli atti di cyber-bullismo diretti contro i professori e penso alla normativa sullo stalking.

BRUZZONE: io non credo che serva, onestamente io ho qualche perplessità sulla normativa introdotta, perché non la ritengo granché efficace. Abbiamo già, nel codice, tutta una serie di reati anche più gravi, come tipologia di capo d’imputazione rispetto al cyberbullismo, che potrebbero essere contestati anche ai minori. Non ha senso quindi estenderlo agli adulti perché ci sono già una serie di reati che ampiamente ricomprendono le condotte di questo genere: la diffamazione aggravata, gli atti persecutori, il revenge porn, non ipotizzerei l’allargamento di questa fattispecie di reato, che non mi sembra abbia rappresentato uno strumento a tutela delle vittime, anche se minori.

Secondo il rapporto ISTAT di giugno 2020, Bullismo e Cyberbullismo colpiscono spesso gli stessi ragazzi: tra quanti hanno riportato di aver subìto ripetutamente azioni offensive online, ben l’88% ha subìto altrettante vessazioni in contesti fisici. La diffusione in rete, come lei ben chiarisce, permette e garantisce la spettacolarizzazione del reato:

  • Ritiene che il gestore del sito internet o del social media debba avere maggiore responsabilità e autonomia nella tempestiva rimozione di contenuti violenti, anche prima della segnalazione di un soggetto abusato?

BRUZZONE: assolutamente si, io infatti proporrei se proprio dobbiamo cambiare la normativa, prevederei un profilo di responsabilità da parte del Provider. Le piattaforme social importanti come youtube, facebook, instagram sono quelle dove di fatto i contenuti vengono poi divulgati e dove si potenzia l’effetto dannoso di questo tipo di condotte nei confronti della vittima. Ritengo quindi che una normativa efficace dovrebbe prevedere anche un profilo di responsabilità da parte di questo tipo di piattaforme laddove non agiscano tempestivamente per cancellare questo tipo di contenuti.

 Secondo i dati presentati nel 2021 da Moige, Movimento Italiano Genitori onlus,  dopo la pandemia, il 17% dei ragazzi tra 6 e 10 anni è iscritto a Tik Tok e Instagram, il 64% tra 11 e 14 anni e il 70% tra i 15 e i 20 anni. Pervasività, persistenza, anonimato, mancanza di empatia e disimpegno morale, sono le caratteristiche principali del cyberbullismo. 

Come da lei descritto nel manuale il cyberbullismo investe maggiormente le ragazze, colpite da commenti a sfondo sessuale, il 12,4% contro il 6,7% dei maschi, mentre il 46% dei maschi ha raccontato di essere stato vittima di bullismo da parte dei compagni.

  • Possiamo quindi ritenere il cyberbullismo un ulteriore strumento pericolosissimo di diffusione e rafforzamento della violenza di genere?

BRUZZONE: sicuramente si, quello che viene definito cyberbullismo ha contenuti diffamatori, persecutori, a volte esplicitamente di molestie sessuali. Il contenitore cyberbullismo è un contenitore che in realtà già ricomprende una serie di condotte sanzionate dal nostro codice, anche nei confronti dei minori, quindi al momento questo valore aggiunto legato all’introduzione di questa particolare norma non lo vedo granché, anzi penso che sarebbe molto più efficace un’imputazione per esempio di atti persecutori piuttosto che per cyberbullismo.

  • Come è possibile disinnescare la mancanza di empatia e il disimpegno morale del: “se l’è cercata,  perché aveva la minigonna e non i jeans, perché ha condiviso inizialmente volontariamente materiali hard“….

BRUZZONE: E’ un problema molto complesso, per arrivare al punto da non avere empatia, non essere in grado di leggere la sofferenza che si crea, significa che dietro c’è un soggetto cresciuto senza sviluppare quel tipo di funzione, che è una funzione fondamentale dell’io e che è chiaramente un elemento che fa la differenza tra un essere umano che funziona ed un essere umano che diventa un predatore, quindi pericoloso. Nell’età adolescenziale se l’empatia non ce l’hai già è un po’ difficile fartela sorgere.

Nel suo manuale sono molti chiari gli identikit dell’aggressore e dei seguaci, gregari complici del bullo:

  • Quali sono le azioni più efficaci da mettere in campo per prevenire il disimpegno morale, l’effetto branco e la violenza?

BRUZZONE: il problema è enorme per contrastare questo fenomeno più che agire sui bulli è necessario agire sugli spettatori, i gregari, i bystanders, come si dice in gergo, quelli che anche, di fatto, con la loro indifferenza sostengono l’operato dei bulli e dei cyberbulli. E’ su di loro che dovremmo lavorare perché su di loro probabilmente ci sono maggiori margini rispetto ai bulli. Molti di questi soggetti non prende posizione, non protegge la vittima perché teme di diventare vittima a sua volta, quindi probabilmente il lavoro da fare molto importante soprattutto nelle famiglie italiane e a scuola, è quello di lavorare sui ragazzi, su quelli che non sono bulli, che non commettono atti di bullismo ma che assistono agli atti di bullismo commessi da altri senza prendere posizione.

Spesso i genitori non riescono a controllare l’accesso ai contenuti e la navigazione dei più piccoli e a responsabilizzare gli adolescenti. Secondo i dati Moige 2021: 6 ragazzi su 10 sono connessi senza controllo, e secondo i dati Telefono Azzurro, il 30% dei genitori italiani ammette di non avere adeguate competenze sulle tematiche online, in particolare su cyberbullismo, incitazione al suicidio, autolesionismo, hate speech e sextortion.  Secondo il 39% dei genitori la scuola dovrebbe essere il punto di riferimento per la formazione digitale, eppure, quasi la metà degli insegnanti (il 46%) non si considera adeguatamente preparato per colmare le lacune informative. 

Nel periodo del confinamento, è stato registrato un incremento del +26% delle richieste di aiutoLe motivazioni sono riferibili: 21,2% attività di cyberbullismo più frequente; 10,1% sexting; 6,5% violazione della privacy, ma anche paura e ansia (+8%), ideazione suicidaria (+29%), atti autolesivi (+27%), disturbi alimentari (+22%) e percezione dell’immagine corporea (+22%). 

Il periodo della pandemia ha determinato anche delle limitazioni all’azione del Garante della privacy, azioni in deroga alle condizioni di protezione della privacy, possiamo dire che il Covid ha determinato una modifica unilaterale delle condizioni della privacy:

  • Quali possono essere i rischi connessi all’indebolimento delle condizioni di protezione della privacy per ragioni istituzionali, governative?

BRUZZONE: Ha conseguenze deleterie, già siamo troppo generosi a condividere informazioni che ci riguardano, con l’abbattimento di certi tipi di barriere e protezioni, devo dire che questo mi preoccupa moltissimo non solo per quanto riguarda i più giovani ma anche per quanto riguarda il mondo degli adulti.

Arriviamo dunque alle azioni da adottare in caso di abuso, indicate nel Cyber Civil Rights Initiative: 

  • documentare il fatto con screenshot; 
  • denunciare alle Forze dell’Ordine; 
  • segnalare il contenuto illecito al gestore del servizio; 
  • bloccare il mittente; 
  • parlare con una persona di fiducia;
  • richiedere assistenza psicologica.

Alcune delle ragioni per cui i ragazzi non denunciano le pratiche subite vanno ricercate nella mancanza di fiducia negli adulti, inclusi gli insegnanti; la paura di ritorsioni e ripercussioni; il senso di colpa, vergogna, stato confusionale che spinge le vittime a sentirsi sbagliate, rendendo difficile capire a chi rivolgersi per chiedere aiuto. Sono quindi molto importanti alcune regole di autodifesa da lei indicate, per i ragazzi:

  • evitare di postare informazioni troppo personali;
  • modificare le impostazioni account; 
  • rimuovere le opzioni di collegamento;
  • verificare le immagini taggate; 
  • disattivare il GPS e WI-FI quando non siano necessari.

Le proposte del network per rafforzare le pratiche di prevenzione e contrasto del fenomeno sono:

  1. garantire un coordinamento multi-disciplinare;
  2. implementare la corretta ed univoca rilevazione dei dati, fondamentale per una piena comprensione del fenomeno e l’individuazione di efficaci strumenti di contrasto oggi ancora assenti; 
  3. inserire il tema della privacy e dell’identità digitale nel piano di offerta formativa, all’interno della materia di educazione civica nelle scuole; 
  4. formare costantemente i genitori e i docenti sul tema;
  5. aumentare l’impegno di spesa sanitaria destinato alla salute mentale, oggi pari solo al 3,5%;
  6. Potenziare gli interventi destinati ai giovani per influenzare il contesto dei pari, favorendo un cambiamento positivo nel Gruppo, tale da ridurre il rinforzo sociale che il bullo si aspetta di ricevere, abbassandone quindi la motivazione a mettere in atto i comportamenti di prevaricazione e favorire la comparsa di comportamenti empatici;
  7. Inserire la responsabilità del provider nella legge contro il cyber-bullismo.

Nella comunità virtuale siamo chiamati ad uno sforzo collettivo per educare i membri, cittadini digitali moralmente responsabili, a mettere al centro della propria azione l’altro. 

Vogliamo ricordare alcune delle vittime di questo fenomeno:

  • 2012 Amanda Todd, Canada
  • 2012 Andrea Spezzacatena, Italia
  • 2013 Carolina Picchio, Italia
  • 2018 Amy Everett, Australia
  • 2021 Antonella Sicomero, Italia

Nella profonda convinzione che dalle azioni del singolo dipenda il destino di tutti.

di R. Bonani

Sono aperte le iscrizioni online per l’A.A. 2023-2024, fino al 30 gennaio.

Dal 9 fino al 30 gennaio 2023 è possibile compilare l’iscrizione online sul sito del MIUR.

Care mamme, cari genitori,

dal 9 fino al 30 gennaio 2023 sono aperte le iscrizioni per l’Anno Scolastico 2023/2024. 

La procedura deve essere effettuata online, sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito, qui.

In caso di prima iscrizione, è necessario abilitarsi al sito accedendo con l’identità digitale: SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta di identità elettronica), eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature). 

Una volta effettuata l’abilitazione è possibile procedere con l’inserimento dell’iscrizione cliccando sul tab:

e seguendo quindi il percorso guidato. 

Tra le informazioni richieste c’è il codice meccanografico dell’Istituto scelto, che equivale ad un codice alfanumerico di identificazione della scuola. Può essere rintracciato sul sito Scuola in Chiaro.

Potete scaricare qui la guida operativa per la compilazione della domanda. 

Per orientarsi nella scelta del percorso di studi, è possibile anche consultare la Lettera del Ministro e dati statistici di orientamento sui percorsi di studio e le professioni più richieste.

Il servizio è molto semplice e intuitivo, i dati forniti verranno utilizzati anche per l’attivazione del Registro Elettronico, strumento di comunicazione tra Istituto e genitori e per l’invio delle comunicazioni ufficiali della Scuola.

Stay Tuned!

“Quando le parole fanno più male delle botte”, Carolina Picchio, un ricordo.

Nasce il percorso digital audio del network MaMnet, storie di cronaca, interviste e testimonianze sul cyber-bullismo, contenuti di formazione digitale ed educational entertainment, guida all’uso consapevole della rete. 

Cari genitori, cari lettori, 

prosegue l’impegno del network per un’educazione digitale trasversale, destinata a genitori, figli, educatori e utenti più in generale. 

Sono trascorsi 10 anni dalla tragica conclusione della vita di Carolina Picchio. Vogliamo ricordarla ringraziando il padre, Paolo Picchio e l’Avvocato Anna Livia Pennetta, per il loro impegno, che ha portato alla nascita della prima legge europea contro il cyberbullismo, ringraziamo gli operatori della Fondazione Carolina per l’attenzione sul tema dell’educazione digitale.

Nasce il percorso digital del network MaMnet, storie di cronaca, interviste e testimonianze sul cyberbullismo, contenuti di formazione digitale ed educational entertainment, guida all’uso consapevole della rete. 

Ringraziamo la Fondazione Carolina che ha autorizzato la realizzazione del digital audio original MaMnet di Rachele Bonani , Cyberbullipod: primo episodio: “Carolina, quando le parole fanno più male delle botte”, in onda nei prossimi giorni sul canale Edutainment no profit, Licensync.

Carolina è la prima vittima di cyber-bullismo nel nostro paese. Grazie all’impegno del padre, Paolo Picchio e dell’Avvocato Anna Livia Pennetta, la legge numero 71, del 29 maggio 2017, è la prima legge italiana ed europea sul fenomeno ed è dedicata a Carolina. 

La prima intervista del network è all’Avvocato Pennetta, che ha creato, insieme a Paolo Picchio, la Fondazione Carolina

Oggi l’organizzazione è impegnata a garantire un intervento continuativo di educazione, sensibilizzazione e formazione della società civile, perché la sicurezza online sia principio e valore condiviso. 

Di portata storica l’iniziativa Genitori in blue Jeanstour educativo ideato da Fondazione Carolina, con il coinvolgimento del big dei social, TikTok. L’iniziativa ha l’obiettivo di supportare educatori e famiglie per accompagnare adeguatamente gli adolescenti nel loro percorso online e garantire un uso consapevole e sicuro della e nella rete. 

NoPainNoGain è il bando lanciato dalla Fondazione per sostenere progetti scolastici di prevenzione della violenza e della discriminazione di genere, online. Una prevenzione partecipata, costruita dagli stessi studenti attorno ad un principio di sicurezza condivisa. Prima all’interno del gruppo classe, poi con le istituzioni e le associazioni locali, quindi per restituire a tutto il territorio quanto sviluppato dai ragazzi. 

Connessioni Delicate è il primo progetto nazionale di salute digitale a tutela dei minori. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra le Associazioni italiane di pediatria, la Fondazione e Meta. Il percorso conferma la scarsa consapevolezza da parte delle famiglie sulle conseguenze di un uso improprio degli strumenti digitali da parte di neonati, bambini e ragazzi fino a 15 anni ed è volto a migliorarla. 

Ringraziamo quindi per l’impegno tutti gli operatori della Fondazione. Il network continuerà a segnalare tutte le iniziative dell’organizzazione,
stay tuned! 

Punire non serve a nulla, intervista al pedagogista Daniele Novara.

punireCare mamme, cari genitori,

Mammaiutamamma ha intervistato Daniele Novara, pedagogista, autore del libro, Punire non serve a nulla. L’articolo e l’intervista sono a cura della mamma del network Costanza Amoruso,  musicoterpista e laureanda in scienze dell’educazione.

“Essere genitori ai giorni nostri non è cosa facile: abbiamo evidentemente e finalmente, direi, abbandonato i paradigmi educativi autoritari del passato, superato il vecchio sistema normativo, partecipiamo ad una modificazione continua della struttura familiare.

Mai come oggi i genitori sono orientati a fare di tutto per far crescere bene i propri figli, per farli stare al centro delle loro attenzioni, per questo è forte il fermento innovativo verso nuove forme di educazione e nuovi disegni relazionali con i propri figli; ma grande è anche la confusione e forte la possibilità di cadere in errori dovuti al vacillare tra tendenze educative innovatrici e vecchi modelli che ancora ci appartengono.

I genitori, avendo ormai nettamente rifiutato i principi autoritari e violenti di prassi educative passate, si trovano in un impasse e sperimentano cercando consigli, improvvisando nuove tecniche educative.

Anche la scuola italiana descrive esattamente questa fase di passaggio: passiamo da scuole prive di spazi esterni se non angusti cortili in cemento, alla moda delle scuole nel bosco, da maestre vecchio stampo diplomate decine di anni fa alle scuole magistrali che elargiscono punizioni, valutano numericamente ogni apprendimento dei bambini, escogitano tecniche più o meno coercitive e punitive per far tacere i bambini , impiegano tutte le loro energie per mortificare quei corpi in continuo movimento, a maestre magari laureate, che concepiscono il corpo dei bambini come risorsa e mezzo di apprendimento cognitivo, sociale ed emozionale, che lavorano usando tecniche creative, che propongono lavori di gruppo, che educano all’ascolto reciproco e all’empatia.

I genitori si immolano per i figli, adattano a loro i tempi della vita quotidiana, abbandonano i loro interessi per seguire quelli dei figli, costruiscono una vita bambino centrica: ma questo ha spesso effetti paradossali, disastrosi per la vita sia dei genitori che dei figli. Bambini tiranni che non tollerano la minima frustrazione da una parte e genitori vessati dai figli dall’altra.

Daniele Novara, uno dei più autorevoli pedagogisti italiani, fondatore del CPPP Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti e responsabile scientifico della della Scuola Genitori, nei suoi tre bestseller, Urlare non serve a nulla, Litigare fa bene e Punire non serve a nulla, sembra proprio avere l’intento di accompagnare i genitori in questo periodo di disorientamento e confusione e di fargli recuperare il significato del loro compito educativo.

Novara spiega che le urla, le punizioni, i castighi non sono pratiche utili, anzi, sono controproducenti e ci spiega come è possibile farne a meno. Costruendo delle relazioni profonde e forti con i nostri figli, basate sull’ascolto e sulla condivisione, è possibile creare un ambiente familiare dove non ci sentiamo costretti a ricorrere alle punizioni.

Forse ci verrebbe da dire: “é facile da dire … ma quando proprio non ti ascoltano, devi ripetere mille volte le cose … ti rispondono male … io urlo e lo metto in punizione!” Ma se ci fate caso i bambini più puniti sono i bambini più “monelli”… e allora dobbiamo capire se nasce prima l’uovo o la gallina …

Io non penso che la risposta sia banalmente quella che i più monelli sono i più puniti perché hanno più motivi per esserlo. Io penso che dobbiamo provare ad uscire dal binomio figlio monello-punizione ed inserire nel discorso il tema della relazione educativa ed affettiva tra il bambino ed il genitore e cominciare a chiederci:

Lui, il figlio monello, non ci ascolta … ma noi lo ascoltiamo? Lui si sente ascoltato da noi?”

Lui, il figlio monello, non rispetta le regole … ma sono regole adatte alla sua età? Sono regole che abbiamo condiviso con lui?”

Lui, il figlio monello, ci risponde male … semplicemente … perché? Forse ci sta punendo di qualcosa che secondo lui abbiamo sbagliato?”

Lui, il figlio monello, conduce una vita adatta alla sua età ed alle sue esigenze fisiologiche ed affettive?”

Vale per tutti, ma probabilmente ancora di più per i bambini: il comportamento è comunicazione. La comunicazione va letta, va interpretata e gli va data una risposta che sia il più possibile congrua con la richiesta.

Daniele Novara spiega passo dopo passo come creare un ambiente familiare in cui punire non sia più necessario, partendo da alcuni semplici punti di base: costruire il corretto gioco di squadra fra genitori; adattare richieste e indicazioni all’età dei figli, dall’infanzia all’adolescenza; dare un sistema di regole chiaro e trasparente; stabilire la giusta distanza relazionale. Perché con una buona organizzazione, educare senza punizioni si può, facendosi ascoltare davvero dai figli e costruendo con loro un rapporto forte e profondo.

Ecco allora come risponde alle nostre domande:

Il suo libro Punire non serve a nulla è il terzo manuale di un percorso iniziato con Urlare non serve a nulla e Litigare fa bene. Da tecnico invita genitori ed educatori a organizzarsi bene e agire strategicamente a seconda dell’età evolutiva dei bambini/ragazzi evitando il coinvolgimento emotivo e allora le chiediamo:

Quale sono le migliori strategie per non cadere nella trappola emotiva e maturare il distacco che spesso manca ad un genitore? La strategia migliore è quella del gioco di squadra, su cui indubbiamente siamo ancora molto carenti. A volte i genitori tra di loro enfatizzano l’elemento emotivo, un genitore aggredisce il figlio trasformandolo in un colpevole e l’altro genitore accentua ulteriormente questo tipo di dinamica psico-emotiva piuttosto tragica per un figliolo, quindi a volte il gioco di squadra c’è ma purtroppo nella logica sbagliata, ossia quella dell’enfasi emotiva: “sei cattivo, anche il papà te lo dice…vero papà? … Si, è cattivo!”… in questo modo non si va da nessuna parte. Il gioco di squadra deve essere viceversa in funzione di mettere dei paletti dal punto di vista dell’organizzazione educativa perche è ciò che manca alla cultura italiana; di emozioni ne possiamo esportare fino in Australia ma l’ organizzazione è proprio una nostra carenza anche un po’ antropologica. I figli fanno le spese della nostra mancanza di organizzazione e in questo momento la fragilità emotiva dei genitori italiani lascia delle tracce estremamente critiche. Ogni giorno i giornali ci rimandano qualcosa di particolarmente problematico, oggi per esempio tutti i giornali riportano il fatto che fino a 35 anni 2 figli su 3 sono ancora in casa, anche se lavorano; I sociologi “allineati” ci raccontano che il problema è delle case che sono poche e che costano molto ma è una stupidaggine, perché gli italiani hanno tantissime case, abbiamo l’indice maggiore di tutto il mondo di rapporto tra abitazioni e popolazione invece il problema è educativo. Continuando a trascurare l’educazione dei figli, delle scuole e degli insegnanti stiamo creando un vuoto che poi riempirlo sarà sempre più difficile. I genitori sono soli nella loro fragilità, la società non se ne occupa, abbiamo 12 milioni di genitori in difficoltà.

Che differenza c’è tra una regola e una punizione?
Parlare di differenza tra regola e punizione è come parlare della differenza tra l’acqua e il fuoco. Una differenza proprio ontologica, direbbero i filosofi. Allo stesso tempo capisco la sua domanda in quanto la confusione è totale. Qualche giorno fa una mia amica giornalista mi ha detto: ” Daniele, ho letto il tuo libro però ogni tanto noi gli togliamo il giochino elettronico, le ho detto “ascolta, se gli togli il giochino elettronico non è che stiamo parlando di una punizione, stiamo parlando di una regola” . Facciamo attenzione, se chiediamo ad un adolescente di sistemarsi non tutta la sua stanza ma almeno il suo letto non stiamo parlando di una punizione; se chiediamo ad un bambino di 10 anni di aiutare la mamma e fare qualche lavoretto in cucina, mettere ordine o andare a fare la spesa non stiamo parlando di una punizione, stiamo parlando di procedure che appartengono alla legittima autonomia dei bambini e dei ragazzi. Appare piuttosto originale che dopo essere stati eccessivamente concessivi e consumistici, improvvisamente ci ricordiamo che abbiamo sbagliato e allora proponiamo una regola giusta come punizione, questo è veramente il modo errato, è come dire ad un adolescente: “ecco, per punizione vai a fare un campo di lavoro estivo!” capisce che è un errore perché il campo di lavoro estivo è un valore, ha un valore in se , non può essere una punizione.


Qual è il progetto di Scuola Genitori e del suo Centro rispetto al progetto educativo, d’istruzione nazionale?
La scuola genitori sopperisce a quello che dovrebbe essere una linea di lavoro istituzionale, ossia, come dico sempre nelle mie conferenze, bisognerebbe che quando una mamma esce dal reparto di ostetricia, con il suo pargolo appena nato, le venisse dato, a lei e alla famiglia, non semplicemente una serie di prodotti di marketing ma anche un libretto delle istruzioni dal punto di vista educativo. L’educazione è la cosa più importante: per esempio sapere come e quando gestire il processo di autonomia sfinterica (togliere il pannolino), è importantissimo, se un genitore sbaglia e toglie il pannolino di giorno e non di notte , il pannolino può restare fino a 7-8 anni. Se un genitore toglie il pisolino a 3 anni solo perché la moda è questa, poi si trova in prima elementare un bambino che ha dormito pochissimo nei due anni precedenti, che è fuori uso, non riesce a reggere la scuola o viceversa la regge perché tanto la scuola chiede sempre pochissimo ma è sempre in crisi, sempre distratto, in difficoltà sui processi di apprendimento. Se un bambino di 2 anni trascorre 2 ore al giorno davanti ai video schermi non possiamo pretendere che poi impari a parlare correttamente perché le ricerche sono implacabili, tutto questa invadenza tecnologico digitale sta creando ritardo nel linguaggio, così come sta creando ritardi nel sistema dell’apprendimento del leggere e scrivere l’utilizzo precoce della tastiera. La scuola genitori fa questo, a fronte di una situazione di totale trascuratezza del bisogno dei genitori di avere informazioni, non consigli, noi non diamo consigli, ce ne guardiamo bene, non abbiamo nessuna pretesa di dare consigli, ma di dare quelle informazioni che salvano la vita dei nostri figli.”

Ringraziamo il professor Novara per il suo impegno e la sua disponibilità e Costanza Amoruso per il suo contributo alle riflessioni del network,

Stay Tuned!

Oggi si celebra la giornata internazionale della Sicurezza in Rete

Safer_Internet_Day

Cari genitori,

Oggi è la Giornata Internazionale della Sicurezza su Internet, promossa dalla dalla Commissione Europea, Safer internet Day.

Si celebra in 100 nazioni con lo slogan, Play your part for a better Internet!

Ognuno di noi è responsabile dei contenuti della rete.Il consumo dei media continua ad aumentare con un incremento degli utenti internet che nel 2012 hanno raggiunto il 62,1% di cui il 90,8% giovani.

In Italia l’81% dei tredicenni si collega a internet tutti i giorni. Per il 12% accedere a un social network è la prima attività dopo il risveglio e per il 35 per cento l’ultima prima del sonno. Ma secondo un’indagine 2014 condotta dall’Osservatorio adolescenti DoxaKids e Telefono Azzurro su un campione di 1500 adolescenti, il 100% vive sempre connesso: per ascoltare musica o radio (61%), per guardare video (60,2%), per fare ricerche per la scuola e i compiti (58,3%) per curiosare e navigare nel web (57,3%), per fare acquisti (22%), comprando online giochi (34,6% dei ragazzi), accessori di moda (22,3% delle ragazze), ma anche libri (17,6% delle ragazze). Ma a essere prioritario è il poter essere sempre in contatto con gli amici, fondamentale per l’89,7% dei ragazzi, attraverso Whatsapp e Facebook (utilizzati rispettivamente dall’89,8% del campione).

Mark Prensky sostiene che i nativi digitali abbiamo un cervello modificato rispetto al nostro, siano abituati a ricevere le informazioni molto velocemente e amino i processi paralleli e il multi tasking. Il dinamismo dei mezzi di comunicazione ha molti vantaggi ma anche delle limitazioni e comporta per gli adolescenti rischi nascosti. E allora noi genitori abbiamo a che fare con  fenomeni come il vamping, rimanere svegli e on line sui social di notte come vampiri,  ultima moda arrivata dagli adolescenti degli Stati Uniti o peggio con fenomeni di devianza digitale come il cyberbullismo.

Secondo quanto emerge da un’indagine affidata da Generazioni Connesse a Skuola.net e all’Università degli Studi di Firenze, in occasione del Safer Internet Day 2016, il cyberbullismo è un fenomeno ancora sottovalutato da troppi, tanto che solo l’8% ammette di aver intenzionalmente vessato un coetaneo, mentre 1 su 10 banalizza il proprio comportamento come semplice scherzo.

Obiettivo della giornata internazionale è promuovere la conoscenza dei mezzi di comunicazione, approfondire l’evoluzione dei social media e aiutare a capire le conseguenze della gestione dell’identità, nel villaggio globale, è essenziale per garantire un uso consapevole del web da parte degli adolescenti e limitare gli episodi di devianza digitale.

In Italia, il #SID2016  si sdoppierà con un evento al Teatro Palladium di Roma e uno al Piccolo Teatro Strehler di Milano. Contemporaneamente, la Polizia di Stato sarà presente in 100 capoluoghi di provincia con workshop sul tema del cyberbullismo, organizzati nelle scuole di ogni ordine e grado, per incontrare oltre 60.000 studenti attraverso la campagna Una vita da social, mentre alla Camera dei Deputati l’associazione SOS Il Telefono Azzurro Onlus metterà attorno ad un tavolo di discussione esperti ed esponenti politici.

Il coordinamento della giornata italiana avviene all’interno del progetto Generazioni Connesseprogramma attraverso il quale la Commissione dal 1999 promuove strategie finalizzate a rendere Internet un luogo più sicuro per gli utenti più giovani, promuovendone un uso positivo e consapevole.

Il progetto è coordinato dal MIUR, in partenariato col Ministero dell’InternoPolizia Postale e delle Comunicazioni, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, Università degli Studi di Firenze, Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Skuola.net, Cooperativa E.D.I. e Movimento Difesa del Cittadino, con lo scopo di dare continuità all’esperienza sviluppata durante il biennio 2012-2014 con il SIC ITALY I, migliorando e rafforzando il ruolo del Safer Internet Centre Italiano, quale punto di riferimento a livello nazionale per quanto riguarda le tematiche relative alla sicurezza in rete e al rapporto tra giovani e nuovi media.

Programma SID 9 febbraio 2016 definitivoProgramma SID 9 febbraio 2016 definitivo

Domani 22 gennaio aprono le iscrizioni per l’anno scolastico 2016/2017

iscrizioniOnline_16-171.png

Care mamme, cari genitori,

Buon 2016 dal network!

Si riparte con informazioni utili sulla scuola. A partire dalle ore 8.00 di domani 22 gennaio 2016, fino alle ore 20:00 del 22 febbraio 2016 sono aperte le iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2016/2017.

A regolare le iscrizioni per:

  • le sezioni delle scuole dell’infanzia;
  • le prime classi delle scuole di ogni ordine e grado;
  • i percorsi di istruzione e formazione professionale erogati dai Centri di formazione professionale accreditati dalle Regioni che hanno aderito al sistema “Iscrizioni on line” e dagli istituti professionali in regime di sussidiarietà integrativa e complementare;
  • le classi terze degli istituti tecnici e professionali;
  • l’ “Enotecnico” degli istituti tecnici del settore tecnologico a indirizzo “Agraria, agroalimentare e agroindustria”, articolazione “Viticoltura ed enologia”

è la circolare del MIUR CM 22 del 21/12/2015.

Le domande di iscrizione possono essere presentate esclusivamente on line, su questo sitoper tutte le classi iniziali della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado, statali.

Sono escluse dalla modalità telematica le iscrizioni relative:
1. alle scuole dell’infanzia;
2. alle scuole della Valle d’Aosta e delle province di Trento e Bolzano;
3 alle classi terze degli istituti tecnici e professionali;
4. al percorso di specializzazione per “Enotecnico” degli istituti tecnici del settore tecnologico a indirizzo “Agraria, agroalimentare e agroindustria”, articolazione “Viticoltura ed enologia”; 5. ai percorsi di istruzione per gli adulti, ivi compresi quelli attivati presso gli istituti di prevenzione e pena;
6. agli alunni in fase di preadozione. Al fine di garantire adeguata protezione e riservatezza ai minori, l’iscrizione viene effettuata dalla famiglia affidataria direttamente presso l’istituzione scolastica prescelta.

Dalle ore 8:00 del 15 gennaio 2016 è possibile avviare la fase della registrazione sul sito web.


Come si procede all’iscrizione on line?

E’ necessario registrare le proprie generalità, muniti di codice fiscale, documento d’identità e un indirizzo di posta elettronica valido. Si riceve un link al proprio indirizzo mail per confermare la registrazione e inserire una password di accesso.

A questo punto si riceve una seconda mail contenente il codice utente con cui si può accedere al servizio di iscrizioni online e compilare la domanda d’iscrizione vera e propria.

Le famiglie con più figli non devono registrarsi più volte perché basta ottenere un solo codice d’accesso per presentare tutte le iscrizioni di cui si ha bisogno.

Dopo aver effettuato l’accesso al sito è necessario indicare il codice della scuola presso la quale si vuole iscrivere il figlio, il codice può essere fornito dalla segreteria didattica, o ricavato dal sito Scuola in chiaro.

Dopo la scelta dell’istituto, il sistema vi guida nella compilazione della domanda di iscrizione che è opportuno completare fornendo tutti i dati richiesti.

Si può effettuare la compilazione in momenti diversi della giornata, salvando i dati registrati e rientrando nel sito successivamente. Una volta compilate tutte le pagine si invia la richiesta.

Attenzione, l’invio è irreversibile, controllare di aver inserito tutti i dati correttamente prima di effettuare l’operazione finale, riceverete una ricevuta dell’inoltro all’indirizzo di posta elettronica indicato.

E allora buon lavoro a tutti!

Scriveteci all’indirizzo: rachele@mammaiutamamma.it

Il mondo visto da Explora, si gioca a: Andiamo in banca per consumare al supermercato!

explora-il-museo-dei-bambini-di-roma-L-_cB6eF

Care mamme,

Oggi parliamo di luoghi ricreativi e educativi per i più piccoli. Sperando che questo articolo possa far riflettere chi gestisce spazi dedicati a bambini e ragazzi.

Appena diventati genitori abbiamo la principale preoccupazione di trovare ambienti adeguati e stimolanti per i nostri figli.  Vivendo a Roma con 3 bambini di 10, 5 e 3 anni ho deciso di trascorrere un pomeriggio da Explora.

Un grande giardino attrezzato sulla flaminia svela bellezze segrete di Roma mentre la struttura su due piani offre stimoli educativi. Ma quali?

Al piano terra un camion dei pompieri ormai consumato, una banca, un orto in plastica e un supermercato! La migliore espressione di una società del consumo su larga scala! Così come e’ impostato il gioco permette solo di scegliere, pesare e passare alla cassa i prodotti già confezionati. La banca è l’essenza di un Dio Denaro che ha superato l’uomo. Non è possibile fare calcoli, non si possono utilizzare computer e strumenti tecnologici perché completamente assenti, salvo tastiere pc non collegate.

Si apprezza lo sforzo di fornire un quadro normativo dei diritti dei bambini attraverso pannelli che sintetizzano in Italiano e inglese la carta Unicef dei diritti dei minori mentre si va al pino superiore. Il I piano è dedicato ai più grandi espone alcuni esempi di materiali, presenta i pesi e le misure e approccia la geografia con un’Italia da ricostruire per regioni. Negli ultimi 5 anni lo spazio e’ rimasto immutato.

Le domande nascono spontanee:

Quale valore vogliamo trasmettere ai più piccoli riproducendo un supermercato? E’ il momento della giornata che odio di più e se potessi ricorrerei solo a produzioni locali e artigianali.

Quale stimolo intellettuale stiamo offrendo in questo spazio incredibile, nel cuore della capitale?

E’ un servizio culturale competitivo in grado di attrarre le famiglie romane e turisti con bambini?

Ma soprattutto qualora garantisse un’elevata affluenza sarebbe capace di soddisfare l’offerta?

Possiamo, senza troppo sforzo, osservare buone pratiche in altre città: A Genova la città dei bambini, spazio analogo ad Explora, divide le aree gioco per età, si può costruire, calcolare, studiare, fare bolle di sapone, provare esperimenti scientifici, osservare formiche e tartarughe vere.

Propongo di ripensare Explora sopprimendo la banca, il supermercato e tutti i giochi in plastica, inserendo ad esempio materiali naturali da toccare, bolle di sapone, un’area per gli esperimenti scientifici del suono, dell’elettricità e un’area per le applicazioni tecnologiche, per i più piccoli, pannelli del mondo con calamite da attaccare nei paesi giusti che rappresentino bandiere, città, animali. Un’area per dipingere e costruire con la plastilina sempre aperta e disponibile per tutti, allestita con opere di grandi maestri per garantire intrattenimento educativo.

Anche voi avete provato questa sensazione?

Scriveteci a rachele@mammaiutamamma.it

di R. Bonani

Popoliamo Insettopia City: per una nuova cultura dell’autismo

insettopia

O nuovi e arditi mondi, patria di tali genti! Flatlandia, E.A. Abbott

Gianluca Nicoletti e Natalia Poggi sono gli energetici genitori di Tommy e Filippo. La loro è una famiglia speciale perché ogni giorno è impegnata a sensibilizzare il mondo su una problematica sotterranea e parallela, l’autismo.

Stanno compiendo una rivoluzione culturale con la realizzazione di Insettopia, il primo macro/micro-cosmo a portata di tutti, nel cuore della città di Roma.

Il manifesto della città ideale per ogni figlio autistico e per tutti i genitori e i cittadini che vogliono scoprire una realtà che tocca 1 bambino ogni 200, secondo l’ultima rilevazione dell’Istituto di Ortofonologia.

Si riparte dall’educazione, dalla cultura e dagli spazi sostenibili!

Così scrive Nicoletti, già autore di un brillante racconto di amore e sfida al senso di impotenza, Una notte ho sognato che parlavi

Lavorerò alla realizzazione della mia Insettopia, anche perché so che nella testa di ogni genitore di autistico c’è l’ idea fissa della città ideale per suo figlio. Dove riesca a vivere felice e sicuro, in contatto con chiunque, ma protetto. Vedere ragazzi nel pieno della vita passare le giornate chiusi in casa a guardare il mondo dalla finestra, perché nessuno ha una proposta di vita diversa per loro, credetemi, è veramente sconsolante e uccide da dentro ogni familiare costretto a pensare che così sarà per sempre, o almeno finché potrà occuparsene lui. Del dopo nemmeno si ha voglia di pensare.

Insettopia ora ha un suo primo indirizzo dove abbiamo creato un centro di raccolta per chiunque faccia richiesta di cittadinanza.

E’ una procedura semplicissima e veloce, sarà il primo passo per diventare cittadini e collaborare alla concreta costruzione della città.  Insettopia è il luogo dell’immaginario sognato da chiunque abbia a che fare con ragazzi autistici.

ISCRIVETEVI E DIVENTATE CITTADINI D’ INSETTOPIA

Con il supporto di un comitato scientifico, Insettopia si prefigge lo scopo di creare una nuova cultura dell’autismo e battersi, con media partner qualificati, per fare chiarezza riguardo ogni luogo comune sulla disabilità psichica, ogni informazione superficiale, ogni leggenda e superstizione. Creare perciò le premesse per una fotografia realistica dell’autismo su tutto il territorio nazionale e in futuro vicino anche internazionale.

Usando tecnologie che consentono una scambio tra il fisico e il digitale, Insettopia vuole diventare un mediatore di progetti concreti ed efficaci tra le associazioni di familiari e le istituzioni. Politici e amministratori non potranno più giustificare la loro latitanza, Insettopia rappresenterà un fronte omogeneo.

di R. Bonani

Da Nonna Bruna a Pescara tra sapori, famiglia e nascite

NONNABRUNA

Il network MammAiutaMamma è una rete universale che ci lega sulla base di un’esigenza comune: aiutarsi nell’educazione e crescita dei figli.

E così accade che gli incontri importanti per alimentare le informazioni del network avvengano anche intorno ad una tavola bandita di emozionanti portate, composte magistralmente da Nonna Bruna, a Pescara, sorseggiando un buon bicchiere di Cococciola.

E’ lì che abbiamo conosciuto Lorenzo e la vitale nonna Bruna. Una cena tra amici, la scoperta di un ambiente raccolto, intimo ed elegante insieme alla bontà di sapori di mare genuini, freschi e naturali!

Lorenzo e Silvia sono genitori di Maria, di 14 mesi, dal confronto con il territorio e dall’esperienza nasce l’iniziativa Bonfim Baby Planner, che vi invitiamo a seguire.

Grazie a loro veniamo a conoscenza dell’attività di consulenza gratuita a Roma, nell’ambito del FERTILITY DAY, che vi vogliamo segnalare:

18 maggio e 8 giugno 2013 la dott.ssa Iamarrone sarà lieta di dedicare, a tutti coloro che vogliano discutere sulle problematiche relative alla fertilità o avere un parere sul proprio caso clinico, un colloquio individuale/di coppia gratuito, presso il proprio studio:

Via Oderisi da Gubbio, 3 int. 2 Roma (vicino Viale Marconi).

Per uno svolgimento fluido della giornata e per evitare attese è preferibile prenotarsi chiamando i seguenti numeri: 06 83903444; 3289782373

 Stay tuned

MammAiutaMamma incontra Zingaretti, giovedì 31 gennaio, ore 17.30, Teatro Piccolo Eliseo, Roma

Prima-Persona

Giovedì 31 gennaio 2013 alle ore 17.30 al Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi, MammAiutaMamma partecipa all’incontro Welfare, cultura, beni comuni per una crescita innovativa, inclusiva e sostenibile, organizzato da Prima Persona Lazio.

Nicola Zingaretti, candidato governatore della Regione Lazio, si confronta con le proposte delle associazioni del territorio e dei cittadini. Partecipazione e condivisione sono la chiave del movimento Prima Persona che attraverso la sua rete civica diffusa è impegnata nella promozione di un innovativo stato sociale.

Mammaiutamamma ha aderito all’iniziativa per presentare le attività, il percorso e le proposte che già realizza localmente e globalmente. Per garantire crescita demografica, innovazione sociale e pari opportunità proponiamo:

1) la costituzione di un fondo di microfinanza domestica destinato ad attività imprenditoriale femminile, mamme single e precarie, per favorire l’empowerment femminile, attraverso la conversione dei fondi per le auto blu e le spese di rappresentanza della Regione;

2) la diffusione di asili nido aziendali, e corsi di formazione e aggiornamento professionale on line (e-learning) durante la maternità per favorire il reinserimento e l’avanzamento delle donne dopo la gravidanza, de-localizzazione del lavoro che garantisca alle mamme flessibilità negli orari grazie all’uso della tecnologia e al rafforzamento intranet aziendali, riconoscimento della rilevanza penale per il reato di mobbing ;

3) il finanziamento regionale e la creazione di una rete locale coordinata e efficiente di centri antiviolenza, per il reinserimento sociale delle donne e minori che beneficiano dei programmi di protezione, formazione e aggiornamento degli assistenti sociali impegnati nella mediazione familiare;

4) agevolazioni fiscali, in particolare deduzione spese correnti per liberi professionisti come incentivo alla lotta all’evasione fiscale oltre a migliorare il potere di acquisto delle famiglie;

5) il rafforzamento e promozione della rete di solidarietà per neomamme Vicine, Vicine realizzata dal Melograno Roma, aiuto volontario per donne in gravidanza o neomamme, con l’obiettivo di creare un centro nascite e accoglienza coordinato ai consultori per accompagnare le donne in questo importante inizio;

6) il riconoscimento del mestiere di genitori con la creazione di un fondo nazionale che garantisca un contributo mensile per la famiglia nel primo triennio di vita del bambino (secondo l’esperienza svedese, francese etc…) attraverso la riconversione dei fondi provenienti dai risparmi per le spese di funzionamento delle PA, abbattimento rimborsi spese PA, consiglieri regionali, attraverso l’adozione di politiche di sostenibilità: raccolta differenziata, riciclo carta, etc;

7)l’ampliamento dell’offerta dei servizi per i bambini e la famiglia, la riconversione d’immobili pubblici inutilizzati per promuovere e favorire lo svolgimento di attività extra-curriculari per i bambini.

Partecipa anche tu al dibattito, seguici, vota e commenta la proposta su:

Prima Persona Ideascale

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: