ILoveMuM arriva a Trastevere il primo spazio di co-working dedicato alle mamme

E’ stato inaugurato questa mattina, a Roma, Trastevere, Via San Francesco di Sales, 1, nello spazio della Casa Internazionale delle Donne, Ilovemum, ambiente di lavoro condiviso e aperto a tutti con area babysitting. La soluzione low cost per conciliare lavoro e famiglia.

IMG_3375

Care mamme, cari genitori,

Oggi il network parla di città sostenibile, a portata di famiglia. E’ stato inaugurato questa mattina, a Roma, Trastevere, Via San Francesco di Sales, 1, nello spazio della Casa Internazionale delle Donne, Ilovemum, ambiente di lavoro condiviso e aperto a tutti con area babysitting. La soluzione low cost per conciliare lavoro e famiglia.

All’interno dell’area è possibile affittare postazioni personali, 10 in tutto, ad uso flessibile, dalle 10 alle 18, dal lunedì al venerdì, su prenotazione, con armadietto, wireless, stampante, scanner, servizio di segreteria e usufruire di una sala riunioni, zona lounge e bar.

Mentre i genitori lavorano, i bimbi hanno a disposizione il nido e il playground, con diverse soluzioni flessibili personalizzate, in orario d’ufficio o extra orario, solo su prenotazione, a cura dell’Associazione Non Solo baby sitter e dell’Associazione Azucar dolcemente insieme.

Il progetto nasce nel 2014 da un’idea di Eva Barrera Meazzini e Serena Cinquegrana e da un team tutto al femminile composto da Chiara Graziani, Executive Director, Joelle Caimi, Relazioni Istituzionali, Beatriz Gonzalez Camazon, Eventi, Chiara Vigliotti, Press & Web, Eva Milella, Comunicazione & PR, protagonista delle imperdibili vicissitudini di Malamamma, Elena Biondi, Coordinamento Babysitter, Chiara Alessandrini, Babysitter, Gaia Tombolini, Babysitter.

Ad accoglierci questa mattina è proprio lei, Eva Barrera, da anni sul fronte della cultura e della promozione sociale, splendida giovane mamma, che spiega come l’obiettivo di Ilovemum sia quello di offrire ai neo-genitori l’opportunità di non abbandonare le ambizioni lavorative e alle donne di conciliare lavoro e famiglia.

L’iniziativa è rivolta in particolare ai genitori dei bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni, la fascia meno coperta dai servizi sociali, spiega la fondatrice. Mentre Chiara Graziani ci spiega come lo spazio sia stato individuato dalle promotrici del progetto per valorizzare i luoghi “sostenibili” della nostra città, adeguandoli a stili di vita innovativi secondo la formula sharing is caring.

Il progetto ha ricevuto il sostegno della Regione Lazio, promosso dall’Associazione di Promozione Sociale Female Cut, da anni attiva con successo sul territorio nell’organizzazione di eventi e nella valorizzazione della creatività e del lavoro al femminile, ha come partner, Azùcar dolcemente insieme , Non Solo Babysitter, La casa internazionale delle donne, l’associazione Il Cortile e C.O.R.A. Roma Onlus.

Hanno partecipato all’inaugurazione anche i rappresentanti del I Municipio tra cui Iside Castagnola, Presidente della Commissione Tutela dei Diritti del I Municipio, che sostiene questa iniziativa di social business e promozione della parità di genere.

Sul sito Ilovemum è possibile trovare tutte le informazioni sulle tariffe e le prenotazioni.

Per qualsiasi info scriveteci a rachele@mammaiutamamma.it

Stay Tuned!

IMG_3376
ILoveMum coworking e area baby care nel cuore di Roma
IMG_3377
Inaugurazione ILoveMum domenica 28 febbraio 2016 Roma
IMG_3380
Area baby care ILoveMum Via san Francesco di Sales, 1

Il diritto di dire no alle armi

No_Guns-300x295

di R. Bonani

20 aprile 1999 Columbine High School, 12 morti,

7 novembre 2007, scuola di Jokela Finlandia, 9 morti,

14 dicembre 2012, Sandy Hook Elementary School, 27 morti

30 settembre 2014 Francis High School, liceo cattolico nel quartiere di Bahar, Lahore, Pakistan, 1 morto

Nella tarda mattinata di lunedì 19 aprile 2015, nella scuola di Joan Fuster in Spagna, si è consumata la tragedia più inaspettata per l’istituto di Barcellona. Uno studente tredicenne, dopo aver fatto irruzione nello stabile, armato di balestra, ha ucciso il suo professore

Care mamme cari genitori,

oggi parliamo di quella violenza che non vorremmo mai si scagliasse contro i nostri figli e da loro fosse adoperata, gridiamo a squarciagola no armi e non vogliamo videogiochi troppo violenti e di simulazione.

Le donne del network vivono in una comunità pacifica, crescono i propri figli con la fatica della maternità e il coraggio della chioccia, disdegnando la forza fisica come mezzo per ottenere il proprio fine.

Sono 5 i valori che animano la nostra mission, il rispetto, la solidarietà, la libertà, la partecipazione, la legalità

e continuiamo a pensare di poter esprimere il nostro sogno costruendo ogni giorno un cammino diverso, percorso da grandi, inediti e umili uomini. Immaginiamo un mondo a portata di uomo e di ambiente,

Spazi umani vivibili e sostenibili animano le capitali più grandi e popolose del mondo, la crescita della vita umana nel rispetto di ogni forma di vita e dell’ambiente.

Ottobre mese di prevenzione contro il tumore al seno, tra 10 giorni finisce la campagna Nastro Rosa

nastrorosa-campagna-tumore-seno-278x300

Si chiude tra 10 giorni il mese dedicato alle campagne di prevenzione contro il tumore al seno che colpisce ogni anno oltre 47.000 donne.

La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, LILT ed Estée Lauder Companies, società leader nei prodotti di bellezza, sono alla XXII edizione della campagna Nastro rosa, per sensibilizzare un numero sempre più ampio di donne sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori alla mammella.

Visite senologiche e controlli gratuiti sono offerti negli oltre 400 Punti Prevenzione delle 106 Sezioni Provinciali LILT, monumenti illuminati di rosa e iniziative di raccolta fondi per la cura della neoplasia.

Nel Lazio, oltre alla capitale, sezioni sono presenti a Latina, Rieti, Viterbo e Frosinone.

Pink is good, invece, è la campagna nata su iniziativa della Fondazione Veronesi, per battere definitivamente questa patologia, è un sostegno concreto alla ricerca con il finanziamento di borse di studio per giovani ricercatori, ne ha assegnate 28 solo nel 2014, oltre a promuovere iniziative finalizzate alla prevenzione.

I progressi della ricerca scientifica hanno portato il tasso di guarigione del tumore al seno, al 90%, se la malattia viene diagnosticata precocemente. Secondo la Fondazione, i controlli periodici devono iniziare già a 30-35 anni con un’ecografia mammaria annuale e dai  40 anni anche con una mammografia annuale.

Diversi studi, hanno evidenziato come un consumo di alcool maggiore, nel periodo compreso tra la prima mestruazione e la prima gravidanza, aumenti il rischio di sviluppare il carcinoma in situ e le neoplasie maligne al seno.

E ad ottobre arriva anche la IV edizione del codice europeo contro il cancro. Sono 12 le regole d’oro quotidiane per ridurre il rischio di tumore: non fumare e non essere esposto a fumo passivo, è sconsigliato il sovrappeso, è necessario fare attività fisica ogni giorno ed avere un corretto regime alimentare evitando eccessivi alcolici. E’ necessario proteggersi da sostanze cancerogene e non essere sottoposti a radiazioni di radon negli ambienti che si frequentano ogni giorno. Allattare al seno più possibile e limitare l’uso della terapia ormonale sostitutiva. Secondo quanto indicato nel codice, è importante che i neonati siano vaccinati contro l’epatite B e le bambine anche contro il Papillomavirus umano. Infine è necessario partecipare ai programmi di screening per i tumori di colon, seno e utero.

Stay Tuned!

Scriveteci a rachele@mammaiutamamma.it

 

Arriva dalla Silicon Valley la soluzione per conciliare lavoro e famiglia

images-1

Sono proprio i colossi del social network a lanciare la proposta, Twitter e Facebook adottano la criogenesi per garantire alle proprie lavoratrici, la maternità, potendola rimandare per dedicarsi di più e meglio al lavoro.

Per molti è Sheryl Sandberg la mente di questa nuova trovata aziendale. Classe 1969, direttore operativo di Facebook, 66°donna più influente al mondo, secondo Forbes, madre di due figli, autrice del testo Lean in, che analizza le cause per cui le donne faticano ad affermarsi nel mondo del lavoro e suggerisce come rimuovere questi ostacoli.

Un dibattito acceso negli Stati Uniti, negli ultimi anni, che è nato dalle riflessioni di leader e top manager, rosa. A partire da Anne Marie Slaughter, consigliera di Obama, fino all’amministratore delegato di Yahoo, Marissa Mayer e le dirigenti Indra Nooyi, Virginia Rometty, Mary T. Barra, si continua a discutere sulla conciliazione tra famiglia e lavoro.

Facebook è la prima azienda ad offrire un bonus che copre tutte le cure per la fertilità, fino a un massimo di 20 mila dollari, il colosso guidato da Tim Cook, avvierà la procedura a partire dal gennaio 2015. Un beneficio e un investimento sulle donne secondo Brigitte Adams, creatrice del forum Eggsurance.com, mentre per la ex dipendente di Facebook e scrittrice Kate Loss si tratterebbe di ridurre la vita umana ad una clausola contrattuale per garantire i ricavati dell’azienda.

La crioconservazione degli ovuli è una tecnica complessa, gli ovuli, pieni di acqua, possono formare cristalli di ghiaccio, nel processo di congelamento, capaci di comprometterne l’integrità.

In Italia l’approvazione della legge 40/2004 sulla fecondazione assistita, ha vietato il congelamento degli embrioni e ha prodotto lo studio alternativo della crioconservazione degli ovuli. La cura non è semplice, bisogna assorbire massicce dosi di ormoni per produrre i numerosi ovociti da prelevare, che saranno conservati nell’attesa di essere utilizzati, se non compromessi durante lo scongelamento.

Quello che è certo è che, anche in questo caso, si chiede alla donna di privarsi di qualcosa per ottenere parità in carriera, e voi:

siete d’accordo con la crioconservazione degli ovuli come soluzione per lavorare di più senza rinunciare alla famiglia?

è questo secondo voi il modo giusto di conciliare vita familiare e vita professionale?

Scriveteci a:

rachele@mammaiutamamma.it

Segue l’intervista alla ginecologa del network Francesca Donadio

Stay Tuned!

Doppio cognome: una nuova conquista per la parità di genere?

127201419910a

Cari genitori,

Il 24 settembre 2014 arriva il primo si alla Camera, con 239 voti a favore, passa la legge sul doppio cognome che, elimina l’obbligo di utilizzare quello paterno, introducendo la libertà di scelta per i genitori.

Tutto ha inizio il 7 gennaio del 2014, quando la Corte Europea dei diritti umani  condanna l’Italia per aver negato ad una coppia, la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre. Sono Alessandra Cusan e Luigi Fazzi ad avviare un iter giudiziario alla Corte di Strasburgo, per veder riconosciuto il loro diritto di scelta, negato dallo stato italiano che gli impedisce di registrare all’anagrafe la figlia Maddalena, nata il 26 aprile 1999, con il cognome della mamma.

Nel pronunciamento dell’organismo comunitario, i giudici puntualizzano come il nostro paese sia tenuto ad «adottare riforme» legislative, o di altra natura, per rimediare alla violazione riscontrata.

È un diritto dei genitori decidere di dare ai propri figli il solo cognome materno: se la regola prevede, infatti, che s’impartisca quello paterno, «l’inesistenza di una deroga», si rivela «discriminatoria verso le donne».

A scrivere un nuovo capitolo verso la parità di genere nel diritto di famiglia è, dunque, un organismo europeo.

Nel nostro Paese non esiste una legge che disciplina in modo specifico e dettagliato il procedimento per l’attribuzione del cognome ai figli, la trasmissibilità del solo cognome paterno è ricavabile da una serie di norme contenute nel Codice Civile e nel D.P.R. 396/2000. La prassi che si è consolidata prevede dunque l’assegnazione automatica del cognome paterno al momento della dichiarazione di nascita per l’iscrizione al registro comunale dello stato civile.

La Corte costituzionale, con la sentenza 61 del 2006, aveva già ammesso che l’attribuzione ai figli del cognome del padre, è retaggio di una tramontata potestà patriarcale. Dopo 6 anni, il 10 maggio del 2012 esce in gazzetta ufficiale il testo di legge sul doppio cognome. Il testo prevede l’obbligo per l’ufficiale di stato civile dell’iscrizione all’atto di nascita del cognome materno in caso di accordo tra entrambi genitori.
 La nuova disciplina del cognome, rende possibile la trasmissione del cognome materno, SOLO se il papà è consenziente.

Comunque le nuove norme, votate alla Camera, non sono immediatamente operative. L’applicazione e’ infatti subordinata all’entrata in vigore del regolamento (che il governo dovra’ adottare al massimo entro un anno) che deve adeguare l’ordinamento dello stato civile. Nell’attesa del regolamento, sara’ pero’ possibile (se entrambi i genitori acconsentono) aggiungere il cognome materno.

Negli altri Paesi europei i genitori hanno libertà di scelta nell’assegnazione del cognome ai figli. In Francia l’attribuzione viene decisa di comune accordo dai genitori che possono registrare il cognome di uno o dell’altro o entrambi affiancati secondo l’ordine di loro scelta attraverso una dichiarazione congiunta davanti all’ufficiale di stato civile. La Germania riconosce ai genitori il diritto di assegnare ai figli, il cognome coniugale, eventualmente seguito o preceduto dal proprio cognome. Le coppie che non hanno un cognome coniugale scelgono di comune accordo quale cognome trasmettere al bambino. 

Anche nel Regno Unito i genitori possono scegliere autonomamente grazie alla parental responsibility, che permette anche l’assegnazione di un cognome diverso, anche se poco frequente nella prassi. In Spagna ogni individuo porta il primo cognome di entrambi i genitori nell’ordine da questi accordato.

Il sito http://www.cognomematerno.it offre numerose informazioni utili. Sul tema il network ha scelto di interrogare un avvocato, Valentina Viaggio,  esperta di diritto di famiglia, che risponde alle domande di Rachele Bonani, allora:

E’ reale la parità di genere nell’assegnazione del cognome al figlio, in Italia, dopo le modifiche apportate? Prima di rispondere occorre spendere qualche parola sulla differenza che c’è tra “parità formale” e “parità sostanziale”, intendendosi con la prima il riconoscimento morale, giuridico e sociale sul piano puramente nominale di valori affermati, mentre con la seconda il riconoscimento concreto di quei valori altrimenti riconosciuti solo nominalmente. La parità sostanziale è quella che mediante gli strumenti contemplati dal nostro Ordinamento giuridico (leggi, decreti, regolamenti, etc.) tenta di dare concreta attuazione al complesso di valori, diritti e principi mediante la previsione di un sistema di tutele, la cui violazione conduce a sanzioni in caso di loro inosservanza.

Quanto pesa la sentenza della Corte Europea sulla giurisprudenza italiana? Ad esempio nel caso del doppio cognome, il nostro Paese ha provveduto a recepire gli orientamenti comunitari che consentono al figlio l’adozione del cognome della madre in luogo di quello del padre; tuttavia tale facoltà resta sostanzialmente subordinata al necessario consenso del marito la norma espressamente prevede: “previo consenso del marito”. Ancora una volta dunque viene riconosciuta ai coniugi un’apparente pariteticità “di cognome” solamente sul piano formale i cui benefici sostanziali ricadono unicamente in capo al figlio, il quale potrebbe avere interesse a preferire il cognome della madre al posto di quello del padre (caso tipico del figlio di un noto mafioso, che si troverebbe ad essere vita natural durante associato ad un concetto di corruzione e mala vita).

E’ un avanzamento per l’affermazione dei diritti della donna questa legge? Dobbiamo ancora oggi così tristemente considerare che se da un lato sul piano formale il nostro Ordinamento giuridico ha inteso introdurre questo cambiamento, mosso dalla necessità di conformarsi al dettato comunitario, dall’altro il legislatore italiano non ha apportato il cambiamento desiderato lasciando immutata sul piano sostanziale la riserva mentale basata sull’originaria impostazione maschilista in cui la figura di rilievo resta ancora quella del c.d. “pater familiare” . Tuttavia i passi da fare per la realizzazione di una vera parità sostanziale nel nostro Ordinamento sono ancora molto numerosi. Possiamo affermare che l’attenzione del legislatore in ambito familiare si sia principalmente concentrata sulla tutela dei figli minori, creando un tessuto normativo che possa in qualche modo proteggere i soggetti più deboli a vantaggio della loro individualità rispetto a quella propriamente riferita ai genitori.

Le modifiche al testo 396 del 2000 sull’ordinamento dello stato civile sono nella direzione di una semplificazione normativa reale? La famiglia, nella storia del nostro Ordinamento giuridico, è stata lungamente contraddistinta da un’impostazione patriarcale articolata in una logica piramidale, che concentrava nel “pater familiae” la pienezza dei poteri esercitati in maniera indiscussa ed assoluta sia in ambito domestico che sociale. Non dimentichiamo che per secoli la famiglia della sposa era gravata dal c.d. “onere di costituzione della dote”, rappresentata da un’universalità di beni da consegnare al prescelto marito ed avente la duplice finalità di indennizzare la donna nubenda che, uscendo dalla famiglia d’origine, perdeva il diritto all’eredità paterna e quella di apportare un contributo alla vita matrimoniale c.d. “ad sustinenda onera matrimonii”. Con la riforma del diritto di famiglia del 1975, si è giunti al divieto di costituzione di dote con correlata abrogazione dell’art. 166 – bis del codice civile considerato retaggio del passato. L’applicazione di tale divieto ha apportato – in osservanza ai principi costituzionali di parità ed uguaglianza – ad un complessivo stravolgimento nella struttura familiare gerarchica verso la crescente affermazione del principio paritario dovuto soprattutto al riconoscimento primario delle personalità individuali (Art. 29 Costituzione italiana). L’Art. 143 codice civile, nel disporre che “con il matrimonio i coniugi assumono gli stessi diritti e gli stessi doveri”, afferma, infatti, un principio di pariteticità tra i diversi sessi in ambito familiare un tempo fortemente sbilanciato; si pensi ad esempio anche alle recenti disposizioni che nei casi di separazione hanno introdotto la c.d. “bigenitorialità”, prevedendo che l’affidamento ed il mantenimento dei figli sia condiviso dai coniugi e quindi ripartito in ugual misura.

 

 

 

Nursery Rhymes and Books, canzoni e libri in inglese per bimbi 0-12 mesi

Locandina_NURSERY RITMES AND BOOK_con patrocinio PF

Care mamme, cari genitori,

oggi parliamo dell’attività di una super mamma, è Elisa Antonielli, pediatra, madre di 3 splendidi bimbi, torinese, dal 2013 si è trasferita a Roma e organizza delle iniziative creative e stimolanti per i più piccoli.

Nursery Rhymes and Books è l’appuntamento ogni martedì dalle 10.30 alle 11.30 all’oratorio della parrocchia di San Pancrazio, nel quartiere Monteverde di Roma, per condividere insieme ai più piccoli, 0-12 mesi, e alle loro mamme, in sintonia e allegria, canzoncine e libri inglesi.

 Gli incontri, gratuiti, iniziano martedì 14 ottobre 2014. L’iniziativa di Elisa nasce dalla volontà di unire musica, lingua e condivisione tra mamme e bambini e dall’esigenza di trovare attività per bimbi molto piccoli nella nostra città.

Se negli ultimi anni abbiamo assistito al moltiplicarsi di laboratori e luoghi per bambini e ragazzi a partire dai 5 anni, poche sono le realtà che accolgono le mamme con i figli neonati o poco più, raramente in spazi organizzati per loro.

Come mamma del network Elisa è una pediatra-aiuta-mamma, e si presenta così:

Sono una Pediatra specializzata presso l’Università di Torino. Mi sono da poco trasferita a Roma, Monteverde Vecchio, perché mio marito è radiologo all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Sono mamma di 3 bimbi, conosco quindi le ansie ed i bisogni di una mamma, cui potrò rispondere in modo professionale e con molta pazienza e dolcezza. Ho frequentato ospedali in varie parti del mondo (Londra, Barcellona, Coimbra, Monterrey, Torino, Roma, Brescia), venendo a contatto con diverse culture, differenti modalità di approccio al paziente e approfondendo le mie competenze mediche. Parlo inglese, spagnolo, portoghese e francese.

A tutte le mamme ed i papà che abitano nel circondario di Monteverde Vecchio a Roma do la mia disponibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per visite domiciliari private contattandomi al numero 3408052789.”

Scarica qui il curriculum di Elisa

Vi aspettiamo!

Stay Tuned

#iostoconipasseggini, scade domani alle 15 il termine per partecipare al ricorso collettivo

io-sto-con-i-passeggini-300x212

Care mamme, cari genitori,

oggi vogliamo dar voce anche noi alle famiglie che si battono contro gli aumenti delle tariffe degli asili nido di Roma.

#iostoconipasseggini è l’hashtag lanciato dall’ex assessore alla Famiglia della giunta Alemanno, Gianluigi de Palo, catalizzatore dell’iniziativa che ha visto scendere in piazza del Campidoglio, sabato 4 ottobre, oltre 1000 famiglie.

La determinazione di Gianluigi ha generato la solidarietà delle famiglie più abbienti, pronte a sostenere chi non può permettersi la retta per il terzo figlio, ma soprattutto ha portato al ricorso collettivo al TAR del Lazio.

L’udienza per la sospensiva degli aumenti delle tariffe degli asili nido di Roma è stata fissata dal TARil 22 ottobre 2014, da qui, la necessità di accelerare i tempi per coloro che vogliono intervenire nel giudizio.  L’ultimo giorno utile sarà giovedì 9 ottobre 2014 fino alle ore 15.


Per ulteriori informazioni potete chiamare lo 06/671072494- 72461

La sentenza arriverà alla fine di ottobre.

#ilnetworkstaconipasseggini perchè crede che le istituzioni non debbano cambiare le regole in corsa scoraggiando ogni istinto alla genitorialità, ma debbano essere al fianco delle famiglie, promotrici di un equo sistema di welfare.

Stay tuned!

di R. Bonani

 

 

Decluttering: ovvero liberarsi dagli ingombri per essere più creativi con i propri figli

de-clutter_mind_map-copy1

Care mamme, cari genitori,

Si dice decluttering, si traduce liberare dagli ingombri o decrescita domestica, può migliorare molto la qualità della vita e della salute e insegna a riconoscere i nostri veri bisogni.

Gli anglosassoni confermano che nella nostra quotidianità adoperiamo solo il 20% di tutto ciò che accumuliamo. E allora potete sbizzarrirvi in rete districandovi tra molti consigli utili per liberarsi del superfluo non solo tra le mura domestiche, ma anche in tutti i campi della vita.

Dal decluttering dell’armadio, proposto dal progetto 333, che implica un guardaroba di 333 abiti con solo 33 capi selezionati utilizzati in un mese e da Ophra Winfrey con il suo metodo che prevede di appendere tutti gli abiti nell’armadio al contrario, quando se ne utilizza uno lo si riappende nel verso giusto. Dopo 6 mesi, senza sforzo, si avrà una chiara idea dei capi indossati, solo quelli appesi correttamente.

Al decluttering dell’agenda e degli spazi professionali attraverso la redazione di liste e la pulizia dei nostri devices.  Più spazio e più ordine favoriscono creatività e riorganizzazione delle idee e permettono l’acquisizione di quello che il guru David Allen ha definito: Get Things Done System (GTD).

Il concetto fondamentale del GTD è basato sulla necessità che ha una persona di sgombrare le cose da fare dalla propria mente e di registrarle ed organizzarle da qualche parte. Il metodo consiste nel liberare la mente dal lavoro di ricordare ogni cosa che deve essere fatta per concentrarsi pienamente sull’ eseguire questi compiti.

Quello che vogliamo sottolineare oggi è l’importanza degli spazi per i bambini e quindi di un’azione efficace di decluttering, insieme a loro, della loro cameretta e dei luoghi a loro dedicati.

Nella sua opera più importante, Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nella Casa dei Bambini, Maria Montessori definisce l’ “ambiente” come tutto l’insieme delle cose che il bambino può liberamente scegliere in esso e usare tanto quanto desidera, in corrispondenza delle sue tendenze e dei suoi bisogni di attività. I genitori non devono fare altro che aiutarlo in principio ad orientarsi tra cose diverse e ad apprenderne l’uso preciso, ciò lo inizia alla vita ordinata e attiva nell’ambiente; ma poi lo lascia libero nella scelta e nell’esecuzione del lavoro. Nell’ambiente c’è un potere educativo diffuso tutto intorno e le persone, i bambini e i genitori vengono a farne parte.

Dunque il primo buon motivo per riorganizzare gli spazi dei nostri figli è quello di aumentare il potere educativo dell’ambiente che li circonda. Non solo, secondo Raffaella Caso, una mamma (quasi) green, sono 5 i  buoni motivi per avere pochi giochi: più creativtà, più qualità, più ordine, più amore per la natura e più soldi! E allora al via con una selezione ragionata e condivisa dei giochi nella cameretta!

Come sapete il network ama proporre tutte le visioni e allora dal Minnesota e dall’Illinois arrivano le ricerche che dimostrano, invece, come le persone immerse nel caos trovino le idee migliori. Sono la Carlson School of Management che dimostra come il disordine favorisca le idee più rivoluzionarie e utili e la Northwestern University, dove si conferma la stretta relazione tra la capacità di disegnare immagini spettacolari e il disordine.

Il network promuove stili di vita sostenibili e funzionali a conciliare professione, genitorialità e creatività, dunque buon decluttering a tutti!

 E voi come vi sentite disordinati o organizzati?

Avete mai fatto decluttering con i vostri figli?

Non sapete da dove partire?

Scriveteci a rachele@mammaiutamamma.it 

Stay Tuned!

di R. Bonani

Genitori elicottero: le nuove indagini arrivano dagli Stati Uniti

cartoon

Helicopter parents, genitori elicottero, così vengono definiti dagli psicologi americani, madri e padri troppo presenti e attivi nella vita dei figli.

Secondo recenti studi condotti negli Stati Uniti, il miglioramento delle prestazioni dei figli, in relazione al coinvolgimento dei genitori nella loro vita, può essere descritto con una curva a U rovesciata.

Se infatti un basso coinvolgimento determina scarso rendimento del bambino e un maggior coinvolgimento determina il miglioramento delle prestazioni del figlio, accade che oltre un certo limite, la presenza dei genitori non rappresenti più un beneficio, ma un ostacolo ad uno sviluppo indipendente e sicuro dei piccoli.

L’indagine condotta da Holly H Schiffrin, professoressa di psicologia alla University of Mary Washington, su un campione di liceali, dimostra che, là, dove sono stati riscontrati atteggiamenti da genitore elicottero, gli studenti si sono dimostrati più insicuri, meno indipendenti, con tendenze depressive e un basso grado di soddisfazione della propria vita.

Ma perchè si creano dinamiche di eccesso di genitorialità e si sviluppano comportamenti elicottero? Oggi la società sembra richiedere una cura esasperata della madre verso i figli. La donna è soggetta alle aspettative della comunità di appartenenza.

Holly H Schiffrin dimostra però nella sua ricerca che l’eccessivo sforzo, nella convinzione che la maternità sia il lavoro più faticoso della vita, causi alle donne stati di stress e depressione. La madre che si assume maggiori responsabilità nella famiglia, anche quando pensa di essere più portata del marito, non è rassicurata dalle sue maggiori capacità ma si senta sovraccarica di stress.

I consigli utili della psicologa sono rivolti a tutte le donne, mamme che vivono momenti di stanchezza o difficoltà nella gestione familiare quotidiana.

  1. Non bisogna avere sensi di colpa nel lasciar sperimentare ai figli spazio, velocità, altezza, resistenza fisica;
  2. E’ importante lasciare che i figli sperimentino il pericolo e i rischi della vita quotidiana avendo a fianco genitori in qualità di attenti osservatori.
  3. E soprattutto non dobbiamo mai dimenticarci di dedicare tempo a noi stesse per riequilibrare organismo e mente e trasmettere ai nostri figli la capacità di prendersi cura di sé.

Non tutti però sono dello stesso parere, i genitori C. Lee and Khris Reed of Seffner, Fla., che hanno realizzato il blog Helicopter Mom and Just Plane Dad: Tales from the Not-So-Darkside of Parenting, spiegano perchè vanno fieri di essere stati genitori iperapprensivi della figlia 16nne, Hailey.

Noi siamo estremamente protettivi e ansiosi”, dichiara mamma Reed, 42 anni, “so in qualsiasi momento dov’è e con chi è mia figlia. Controllerò ogni bit della tecnologia che utilizzerà, lei conosce le regole e noi le password”, ma non condivide la visione secondo cui il suo atteggiamento avrebbe ostacolato la figlia.

Secondo i genitori Reed, Hailey, che segue il college on line e ancora non guida, sta comunque apprendendo tutte le competenze e i comportamenti necessari a renderla indipendente, nonostante uno stretto rapporto con mamma e papà.

E’ indubbio però, sostiene Nelson, professoressa di Sociologia del Middlebury College in Vermont, che i genitori oggi sono decisamente più coinvolti nella vita dei figli rispetto a soli 20 anni fa e che si sentono obbligati a garantire ai figli ogni opportunità di successo. L’aiuto eccessivo impedisce ai bambini però di sviluppare le capacità e la forza proprie di ogni età.

E voi come vi sentite? 

Siete genitori elicotteri?

Cosa vi spinge ad essere così presenti/controllori nella vita dei vostri figli?

Scriveteci a rachele@mammaiutamamma.it

di Rachele Bonani

helicopter-parent

Insettopia Day di Insettopia City: oltre il dopo di noi

insettopia

di R. Bonani

Care mamme e cari genitori,

Ieri, 23 maggio 2014, abbiamo trascorso un pomeriggio entusiasmante nella sede di Insettopia, a via dei cerchi 75, Roma e insieme a noi c’erano genitori arrivati da tutta Italia. Gianluca Nicoletti apre l’Insettopia Day con un obiettivo chiaro: costruire la città ideale per genitori e figli autistici, le attività giuste e un progetto che non è un’associazione.

Insettopia è un luogo di rappresentanza di tutto ciò che nel mondo si muove sull’autismo, un confronto basato sull’esperienza delle famiglie per agire e influire a livello istituzionale per:

  1. Riacquistare l’idea di una cultura dell’autismo;
  2. Promuovere una legge che riconosca la diagnosi precoce costa poco;
  3.  Garantire sostegno specializzato a scuola, non può un sostegno generico trattare un ragazzo autistico;
  4. Approfondire gli aspetti giuridici  dell’handicap;
  5. Progettare un sistema d’impresa tra le famiglie per avviarsi verso una serena vecchiaia.

Parla il neuropsichiatra del Bambin Gesù, Luigi Mazzone, fondatore dell’associazione progetto Aita, partner di Insettopia. L’autismo si può migliorare e’ necessario fare una corretta diagnosi, mancano strutture efficienti e percorsi terapeutici mirati ma, è molto importante, che i genitori non ricorrano ad autocure.

Poi esistono le attività ludico-ricreative che per i minori affetti ad autismo devono affiancare costantemente la terapia. AITA grazie all’iniziativa di Gigi Mazzone le ha fatte nascere a Catania. La Onlus inserisce bambini autistici affiancati da tutor, psicologi specializzati, in campi estivi, per favorire l’integrazione tra tutti autistici e normotipici. Obiettivo del professore insieme ad Insettopia attrarre fondi per realizzare, in Italia, il primo asilo ad hoc per bambini autistici su modello di Melbourne, per favorire la ricerca sulla disabilità e migliorare i percorsi di formazione specializzata sull’autismo.

Insettopia grazie all’impegno di Anna Masera ha ottenuto il patrocinio della Camera dei Deputati e Daniela bianchi consigliere della regione Lazio ha elaborato insieme a Insettopia e alle famiglie coinvolte, una proposta di legge regionale, oltre le singole istanze, per un’azione di sistema sui disturbi dell’autismo. Il cammino della proposta di legge vuole:

  • creare condizioni migliori x adolescenti e adulti miglioramento strutture e servizi;
  • aumentare attenzione sull’autismo fino a 18 anni;
  • sostenere le famiglie in difficoltà attraverso l’integrazione sanità -famiglie;
  • chiarire e rendere efficiente le forme e le modalità di accesso e presa in carico per tutta la vita;
  • favorire la diagnosi precoce;
  • favorire l’adozione di trattamenti e cure differenziate per età e grado;
  • Integrare la rete assistenziale;
  • promuovere la ricerca scientifica e la formazione professionale;
  •  garantire progetti di sensibilizzazione e promozione sociale;
  • istituire una cabina di regia regionale gratuita dove sanità associazioni di genitori e istituzioni garantiscano un centro specialistico regionale d’eccellenza e ci siano numero posti sufficienti per i pazienti.

La legge verrà depositata lunedì mattina poi sottoposta alle valutazioni della Commissione e alla votazione del Consiglio, per fare del Lazio la prima regione che adotta una legge regionale sull’autismo e per cominciare a considerare e rispettare le 600 mila famiglie con casi di autismo che, oggi, rappresenta la prima causa di disabilità in Italia.

Franco Spicciarello e Pierluigi Dal Pino spiegano gli obiettivi della piattaforma on line. Aldo Curinga presenta la nuova versione di community, la redazione lavora coordinata da Silvia e Gianluca che ricavano informazioni dall’estero, generando servizi con tour operator Insettopia per ragazzi e famiglie. Carlo Maria Curinga ha progettato la sezione, Scelti per noi, meccanismo di recensione dei luoghi utili, per visualizzare tutti i luoghi recensiti da cittadini di Insettopia, luoghi dove c’è qualcosa in più, abituati ad accettare i bambini diversi che si doteranno per questo di un bollino Insettopia.

Insettopia rappresenta, in Italia, il primo aggregatore di servizi e cultura del e per l’autismo e mammaiutamamma c’è!

Grazie a tutti

Stay Tuned!

 

 

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: