Sono aperte le iscrizioni online per l’A.A. 2023-2024, fino al 30 gennaio.

Dal 9 fino al 30 gennaio 2023 è possibile compilare l’iscrizione online sul sito del MIUR.

Care mamme, cari genitori,

dal 9 fino al 30 gennaio 2023 sono aperte le iscrizioni per l’Anno Scolastico 2023/2024. 

La procedura deve essere effettuata online, sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito, qui.

In caso di prima iscrizione, è necessario abilitarsi al sito accedendo con l’identità digitale: SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta di identità elettronica), eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature). 

Una volta effettuata l’abilitazione è possibile procedere con l’inserimento dell’iscrizione cliccando sul tab:

e seguendo quindi il percorso guidato. 

Tra le informazioni richieste c’è il codice meccanografico dell’Istituto scelto, che equivale ad un codice alfanumerico di identificazione della scuola. Può essere rintracciato sul sito Scuola in Chiaro.

Potete scaricare qui la guida operativa per la compilazione della domanda. 

Per orientarsi nella scelta del percorso di studi, è possibile anche consultare la Lettera del Ministro e dati statistici di orientamento sui percorsi di studio e le professioni più richieste.

Il servizio è molto semplice e intuitivo, i dati forniti verranno utilizzati anche per l’attivazione del Registro Elettronico, strumento di comunicazione tra Istituto e genitori e per l’invio delle comunicazioni ufficiali della Scuola.

Stay Tuned!

“Quando le parole fanno più male delle botte”, Carolina Picchio, un ricordo.

Nasce il percorso digital audio del network MaMnet, storie di cronaca, interviste e testimonianze sul cyber-bullismo, contenuti di formazione digitale ed educational entertainment, guida all’uso consapevole della rete. 

ASCOLTA IL PODCAST

Cari genitori, cari lettori, 

prosegue l’impegno del network per un’educazione digitale trasversale, destinata a genitori, figli, educatori e utenti più in generale. 

Sono trascorsi 10 anni dalla tragica conclusione della vita di Carolina Picchio. Vogliamo ricordarla ringraziando il padre, Paolo Picchio e l’Avvocato Anna Livia Pennetta, per il loro impegno, che ha portato alla nascita della prima legge europea contro il cyber-bullismo, ringraziamo gli operatori della Fondazione Carolina per l’attenzione sul tema dell’educazione digitale.

Nasce il percorso digital audio del network MaMnet, storie di cronaca, interviste e testimonianze sul cyber-bullismo, contenuti di formazione digitale ed educational entertainment, guida all’uso consapevole della rete. 

Ringraziamo la Fondazione Carolina che ha autorizzato la realizzazione del podcast original MaMnet di Rachele Bonani , “Quando le parole fanno più male delle botte”.

Carolina è la prima vittima di cyber-bullismo nel nostro paese. Grazie all’impegno del padre, Paolo Picchio e dell’Avvocato Anna Livia Pennetta, la legge numero 71, del 29 maggio 2017, è la prima legge italiana ed europea sul fenomeno ed è dedicata a Carolina. 

La prima intervista del network è all’Avvocato Pennetta, che ha creato, insieme a Paolo Picchio, la Fondazione Carolina

Oggi l’organizzazione è impegnata a garantire un intervento continuativo di educazione, sensibilizzazione e formazione della società civile, perché la sicurezza online sia principio e valore condiviso. 

Di portata storica l’iniziativa Genitori in blue Jeanstour educativo ideato da Fondazione Carolina, con il coinvolgimento del big dei social, TikTok. L’iniziativa ha l’obiettivo di supportare educatori e famiglie per accompagnare adeguatamente gli adolescenti nel loro percorso online e garantire un uso consapevole e sicuro della e nella rete. 

NoPainNoGain è il bando lanciato dalla Fondazione per sostenere progetti scolastici di prevenzione della violenza e della discriminazione di genere, online. Una prevenzione partecipata, costruita dagli stessi studenti attorno ad un principio di sicurezza condivisa. Prima all’interno del gruppo classe, poi con le istituzioni e le associazioni locali, quindi per restituire a tutto il territorio quanto sviluppato dai ragazzi. 

Connessioni Delicate è il primo progetto nazionale di salute digitale a tutela dei minori. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra le Associazioni italiane di pediatria, la Fondazione e Meta. Il percorso conferma la scarsa consapevolezza da parte delle famiglie sulle conseguenze di un uso improprio degli strumenti digitali da parte di neonati, bambini e ragazzi fino a 15 anni ed è volto a migliorarla. 

Ringraziamo quindi per l’impegno tutti gli operatori della Fondazione. Il network continuerà a segnalare tutte le iniziative dell’organizzazione,
stay tuned! 

Scuola, proroga al 4 febbraio della scadenza delle iscrizioni.

Scuola: è stato prorogato al 4 febbraio 2022 il termine per presentare le iscrizioni online tramite il sito del MIUR per l’anno scolastico 2022-2023

Scade alle ore 20 del 4 febbraio il nuovo termine per le iscrizioni scolastiche a.a. 2022/2023, di ogni ordine e grado.

Le iscrizioni devono essere effettuate online sul sito del MIUR.

Per accedere è necessario possedere una delle seguenti identità digitali:

  • SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale)
  • CIE (Carta di identità elettronica)
  • eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature).

E’ necessario dotarsi anche del codice meccanografico della scuola, codice alfanumerico che identifica l’istituto scolastico. Si trova nella homepage dei siti web delle scuole o è ricavabile dal sito SCUOLA IN CHIARO.

Le iscrizioni on line sono obbligatorie per le scuole statali e facoltative per le scuole paritarie; riguardano anche i corsi di istruzione e formazione dei Centri di formazione professionale regionali delle regioni che hanno aderito alla procedura: Calabria, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto.

La nota istituzionale diffusa alle scuole dal MIUR, venerdì 28 gennaio, comunica che la proroga è determinata dal “protrarsi dell’emergenza epidemiologica” e delle connesse difficoltà che possono aver avuto le famiglie nell’effettuare le iscrizioni. Le istituzioni scolastiche, viene specificato, dovranno comunque supportare i genitori, privi di strumentazione informatica, o impossibilitati ad acquisire un’identità digitale.

Affrettatevi sono gli ultimi giorni!

CLICCA QUI PER ISCRIVERTI

Le guide utili della Asl Roma I per i genitori ai tempi del Covid.

Questa settimana il network segnala, per la sezione informamma, le importanti iniziative della ASL di Roma, rivolte ai genitori. L’impegno del network è mirato alla diffusione e condivisione di iniziative, informazioni e politiche a sostegno della famiglia, per favorire equilibrati ambienti di vita e apprendimento.

Questa settimana il network segnala, per la sezione INFORMAMMA, le importanti iniziative della ASL di Roma rivolte alle famiglie. Sono le guide di supporto ai genitori nella gestione dell’emergenza sanitaria. Nell’attesa di ricevere chiare indicazioni operative, a livello nazionale e locale, sulla riapertura delle scuole di ogni ordine e grado, la comunità si organizza.

E così, per i bambini dell’ultimo anno della scuola d’infanzia, l’Azienda Sanitaria Locale di Roma 1, grazie al team del TSRMEE (Tutela Salute Mentale e Riabilitazione dell’ Età Evolutiva), ha preparato e pubblicato sulle piattaforme web della ASL, un importante opuscolo con proposte di attività da svolgere insieme ai piccoli. Clicca qui per scaricare l’opuscolo.

Questa guida pratica è a cura della logopedista Graziella Fancello e della terapista di neuropsicomotricità dell’età evolutiva, Valentina Grassi, che suggeriscono semplici esercizi-gioco per stimolare e osservare lo sviluppo delle abilità dei propri figli, fornendo ai genitori le necessarie indicazioni.

L’obiettivo è quello di supportare i genitori nelle attività di gioco con le competenze metafonologiche (abilità di manipolazione dei suoni che formano le parole), con l’attenzione visiva (capacità di esplorare il materiale visivo e focalizzarsi su una richiesta) e con le attività di pregrafismo e di coordinazione visuo-motoria.

Insieme alle attività per i più piccoli, altro importante strumento di supporto per i genitori, fornito dalla ASL Roma 1, è la guida sulla gestione dei figli con disordini FASD, sia bambini che adolescenti, redatte dal CRARL (Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio). Il #lockdown è una fase delicata per tutti, queste indicazioni sono finalizzate a consentire ai genitori di affrontare nel modo migliore la situazione prima e dopo la pandemia. Clicca qui per scaricare l’opuscolo.

L’impegno del network è mirato alla diffusione e condivisione di iniziative, informazioni e politiche a sostegno della famiglia, per favorire equilibrati ambienti di vita e apprendimento.

Stay tuned @mammaiutamamma!

Osserviamo la scrittura dei nostri bambini: bella o brutta non importa.

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Quali segni e sintomi? Educare il gesto grafico come un’abilità sportiva. di S. Baldassarre

Nel rispondere alla mamma che chiede se si deve preoccupare della scrittura del figlio in terza elementare, propongo un piccolo articolo su di un tema diffuso, che molti genitori portano in evidenza.

Cara mamma, il suo bambino si applica volentieri nell’apprendimento scolastico, come dice lei. Il suo modo di scrivere, però, non rispecchia questo andamento che appare tutto positivo. Il bambino, bravo a scuola e veloce nell’apprendere, scrive in modo diseguale, alternando momenti di scrittura leggibile e incomprensibile, come la “grafia dei medici” che facciamo fatica a decifrare quando arriviamo in farmacia…

Non sono pochi i casi di bambini intelligenti e vivaci, di “bravi” bambini tutto sommato, dalle scritture “difficili”, con un “brutto” aspetto, che rispecchiano la fatica e lo sforzo nella strada verso la ricerca di una abilità di scrivere che sia stabile.

I genitori si devono preoccupare? Che importanza dare a questo problema? Che rimedi cercare?

La mia risposta alla mamma che ci scrive, ma forse anche a tanti altri genitori, è che suo figlio sta crescendo e si trova in un processo ampio, graduale e non automaticamente lineare, anzi complesso, con salti avanti e a volte passi indietro. Sono proprio questi gli anni preziosi e delicati in cui un bambino è sulla strada per raggiungere molte competenze cognitive, emotive, psico-fisiche. Tra queste, anche una capacità piena di scrivere. Che cosa si intende?

Si intende una scrittura con caratteristiche stabili di chiarezza e leggibilità, non necessariamente “bella”, ma fluida, veloce rispetto al livello scolastico di prestazione, e soprattutto che lo soddisfi. Questa domani sarà la sua scrittura personale, riconoscibile da sé e dagli altri. E sarà lo strumento mentale più adatto per produrre il suo pensiero, per esprimere le sue facoltà e la sua personalità.

Se già oggi suo figlio ha una buona base di capacità, capisco che conosce e da forma senza incertezze e confusioni a lettere e parole per comporre frasi di senso compiuto. Ciò vuol dire che ha avuto un buon apprendimento e un buon insegnamento negli anni precedenti, in cui si impara a scrivere partendo dallo stampato maiuscolo della prima elementare. Se oggi alterna scritture tanto diverse può essere per vari motivi: una certa mancanza di continuità nello sforzo, una ricerca di un modello “da grande”, come un esperimento…, il segno di un umore meno buono, di una eccitazione per qualcosa, di una impazienza o di una piccola ansia più o meno tangibile…, forse un insegnamento non sempre completo sulla tecnica della scrittura. Non giudichi subito. Piuttosto potrebbe chiedergli, nel momento più opportuno: come vedi la tua scrittura, è uguale, è diversa? Come la trovi? Ti piace scrivere? Lo aiuti a osservarla e a dare le sue spiegazioni. Lei stessa capirà di più.

Dunque le direi, non si preoccupi per suo figlio, certamente è un bambino con ottime risorse. Da buona osservatrice e provvida mamma ha notato questa alternanza della scrittura che possiamo chiamare un sintomo da indagare un tantino.

Bisognerebbe, ad esempio, osservare queste sue scritture e anche lui, in situazioni diverse dal momento in cui scrive per capire: quanto è capace di tenere la concentrazione o quanto facilmente si distrae? Si stanca presto o ha una buona resistenza? E poi, come sta seduto mentre scrive, è comodo, stabile? Come impugna la penna, in modo corretto cioè funzionale al gesto grafico? Le risposte possono indicare alcuni accorgimenti per assestare, stabilizzare la capacità di scrivere.

In definitiva, si tratta di sostenerla mentre si costruisce. Scrivere è un’attività fine e complessa. Per quanto il bambino spontaneamente impugni una matita o un pennarello fin da piccolo per scarabocchiare o fare dei primi disegni, non altrettanto è spontanea e naturale l’attività di scrittura. Questa implica una base tecnica (seguire il modello di forma da dare alle lettere, come concatenarle, come rispettarne le proporzioni, i margini del foglio, come mantenere la riga e i margini del foglio, ecc.). Scrivere coinvolge molte abilità che convergono a produrre il giusto gesto grafico che porta al segno scritto. È un percorso che necessita di buone indicazioni essenziali di insegnamento. E non sempre a scuola queste arrivano. Per motivi diversi, per una didattica non sempre omogenea e consapevole. L’educazione del gesto grafico sta meritando nuova attenzione proprio di fronte all’evidenza delle difficoltà grafo-motorie dei bambini. Oggi spesso le scuole chiedono l’aiuto dell’educatore del gesto grafico, qualificato per affiancare gli insegnanti nell’impostare e seguire un buon apprendimento negli anni della scuola primaria.

Dunque come genitore, dopo aver considerato i sintomi della scrittura nel quadro dello sviluppo del bambino, va preso in considerazione di fargli fare un certo allenamento. Come farebbe se volesse imparare uno sport: la sua abilità di scrivere. Nella mia esperienza, ho visto che è possibile recuperare o stabilizzare una buona scrittura quando la immaginiamo come traguardo di abilità e assumiamo di intraprendere insieme al bambino un allenamento con un senso sportivo: un po’ di sfida con se stessi, un po’ di volontà, un po’ di umiltà, il senso di gioco e la guida di un allenatore… L’educatore del gesto grafico può aiutare i genitori in questa scelta e su questo cammino.

La Notte Bianca delle Donne vi aspetta il 30 settembre a Roma

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Care mamme, cari genitori,

Si tiene a Roma presso la Casa Internazionale delle Donne, la Notte Bianca delle Donne, sabato 30 settembre 2017 dalle 17 alle 3 del mattino: concerti, letture, proiezioni, performances, spettacoli teatrali, laboratori adulti e bambini, offerti dalla casa per la città.

E’ un evento gratuito aperto a tutte/tutti da 0 a 99 anni.

La Casa Internazionale delle Donne, ha sede nel complesso monumentale chiamato “Buon Pastore” (fin dal ‘600 adibito a reclusorio femminile), destinato nel 1983 al welfare femminile. A partire dal 1992 è stata riconosciuto organismo preposto a valorizzare la politica delle donne, offrire servizi e consulenze.

La Notte Bianca delle donne offre circa 40 eventi nelle sale interne e negli spazi esterni della Casa, è un laboratorio di partecipazione delle associazioni della casa, una tappa del percorso di apertura alla città, un momento di incontro e condivisione.

La fascia pomeridiana dalle 17,00 alle 20,00 vede alternarsi: laboratori per bambini, panel e seminari, documentari, reading di poesie, lezioni di danza , musica corale e installazioni multimediali.

La fascia serale dalle 20,30 a 00,30 prevede concerti, proiezione cinematografica, letture per bambini, mostre fotografiche, fino alla fascia notturna, chiusura prevista alle ore 03:00 con dj set, concerti e colazione in giardino.

La notte bianca è un’occasione per conoscere la storia della Casa Internazionale delle Donne, da anni impegnata nella lotta per la parità di genere, un laboratorio dove si coniugano l’incontro, le relazioni internazionali, la promozione dei diritti, della cultura, delle politiche, dei “saperi” e delle esperienze prodotte dalle donne e per le donne, che viene frequentata da oltre 30.000 donne l’anno.

Ma la notte bianca è anche occasione per conoscere la città e i suoi servizi, come il Risto-Bistrò L’Una e L’Altra che utilizza solo prodotti biologici e selezionati anche per Vega e Vegetariani.

Rilassarsi, leggere sulle amache, passeggiare, fare domande, cercare risposte, immaginare, conoscere, stare insieme.

Per info: 

segreteria@casainternazionaledelledonne.org

06 68401720

Iscrizioni scolastiche 2017/2018: ultima settimana di apertura

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Care mamme, cari genitori,

affrettatevi, vi ricordiamo che questa è l’ultima settimana per effettuare l’iscrizione alle scuole d’infanzia, primarie e secondarie per l’anno 2017/2018.

Le iscrizioni secondo la Circolare Ministeriale n. 10 del 15/11/2016, sono aperte dalle ore 8:00 del 16 gennaio 2017 alle ore 20:00 del 6 febbraio 2017.

La procedura di iscrizione si effettua solo online per tutte le classi iniziali della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado statali. Occorre registrarsi al sito del Ministero dell’Istruzione, Iscrizioni online.

Le iscrizioni alle sezioni di scuola dell’infanzia, sono escluse dal sistema “Iscrizioni on line”, e sono effettuate con domanda da presentare all’istituzione scolastica prescelta, dal 16 gennaio 2017 al 6 febbraio 2017.

Per le iscrizioni online, dopo aver ricevuto le credenziali dell’utenza, al proprio indirizzo email, si accede al servizio e si può procedere alla compilazione della domanda.

Per iscrivere i propri figli è necessario possedere il codice meccanografico della scuola scelta, per trovarlo, qualora non ve lo fornisse direttamente la scuola, e non foste in grado di rintracciarlo sul sito dell’istituto, è possibile effettuare la ricerca sul sito Scuola in Chiaro.

Basta inserire il nome dell’istituto prescelto per effettuare una ricerca rapida, potete quindi verificare tra i risultati attraverso la mappa e effettuare confronti selezionando due differenti istituti.

Una volta terminata la compilazione è possibile visualizzare la domanda per controllare le informazioni inserite, prima di inoltrarla. L’operazione di inoltro è irreversibile, una volta effettuato, la domanda non può più essere modificata. E’ possibile invece dopo l’invio all’Istituto consultare lo stato della domanda nel proprio account.

Con lo stesso account potete iscrivere tutti i vostri figli, a conclusione dell’iscrizione del primo figlio basta selezionare il bottone “Presenta una nuova domanda di iscrizione” per procedere con il secondo.

Il servizio on line permette di presentare una sola domanda per ciascun alunno consentendo, però, ai genitori, di indicare anche una seconda o terza scuola/Centro di formazione professionale cui indirizzare la richiesta, nel caso in cui l’istituzione di prima scelta non avesse disponibilità di posti per l’anno scolastico 2017/2018.

Per le informazioni sulle iscrizioni all’asilo nido e alle scuole primarie e secondarie di Roma è possibile consultare anche il sito di Roma capitale, sezione Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici, Politiche della Famiglia e dell’Infanzia.

Stay Tuned!

Scrivete a rachele@mammaiutamamma.it

Punire non serve a nulla, intervista al pedagogista Daniele Novara.

punireCare mamme, cari genitori,

Mammaiutamamma ha intervistato Daniele Novara, pedagogista, autore del libro, Punire non serve a nulla. L’articolo e l’intervista sono a cura della mamma del network Costanza Amoruso,  musicoterpista e laureanda in scienze dell’educazione.

“Essere genitori ai giorni nostri non è cosa facile: abbiamo evidentemente e finalmente, direi, abbandonato i paradigmi educativi autoritari del passato, superato il vecchio sistema normativo, partecipiamo ad una modificazione continua della struttura familiare.

Mai come oggi i genitori sono orientati a fare di tutto per far crescere bene i propri figli, per farli stare al centro delle loro attenzioni, per questo è forte il fermento innovativo verso nuove forme di educazione e nuovi disegni relazionali con i propri figli; ma grande è anche la confusione e forte la possibilità di cadere in errori dovuti al vacillare tra tendenze educative innovatrici e vecchi modelli che ancora ci appartengono.

I genitori, avendo ormai nettamente rifiutato i principi autoritari e violenti di prassi educative passate, si trovano in un impasse e sperimentano cercando consigli, improvvisando nuove tecniche educative.

Anche la scuola italiana descrive esattamente questa fase di passaggio: passiamo da scuole prive di spazi esterni se non angusti cortili in cemento, alla moda delle scuole nel bosco, da maestre vecchio stampo diplomate decine di anni fa alle scuole magistrali che elargiscono punizioni, valutano numericamente ogni apprendimento dei bambini, escogitano tecniche più o meno coercitive e punitive per far tacere i bambini , impiegano tutte le loro energie per mortificare quei corpi in continuo movimento, a maestre magari laureate, che concepiscono il corpo dei bambini come risorsa e mezzo di apprendimento cognitivo, sociale ed emozionale, che lavorano usando tecniche creative, che propongono lavori di gruppo, che educano all’ascolto reciproco e all’empatia.

I genitori si immolano per i figli, adattano a loro i tempi della vita quotidiana, abbandonano i loro interessi per seguire quelli dei figli, costruiscono una vita bambino centrica: ma questo ha spesso effetti paradossali, disastrosi per la vita sia dei genitori che dei figli. Bambini tiranni che non tollerano la minima frustrazione da una parte e genitori vessati dai figli dall’altra.

Daniele Novara, uno dei più autorevoli pedagogisti italiani, fondatore del CPPP Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti e responsabile scientifico della della Scuola Genitori, nei suoi tre bestseller, Urlare non serve a nulla, Litigare fa bene e Punire non serve a nulla, sembra proprio avere l’intento di accompagnare i genitori in questo periodo di disorientamento e confusione e di fargli recuperare il significato del loro compito educativo.

Novara spiega che le urla, le punizioni, i castighi non sono pratiche utili, anzi, sono controproducenti e ci spiega come è possibile farne a meno. Costruendo delle relazioni profonde e forti con i nostri figli, basate sull’ascolto e sulla condivisione, è possibile creare un ambiente familiare dove non ci sentiamo costretti a ricorrere alle punizioni.

Forse ci verrebbe da dire: “é facile da dire … ma quando proprio non ti ascoltano, devi ripetere mille volte le cose … ti rispondono male … io urlo e lo metto in punizione!” Ma se ci fate caso i bambini più puniti sono i bambini più “monelli”… e allora dobbiamo capire se nasce prima l’uovo o la gallina …

Io non penso che la risposta sia banalmente quella che i più monelli sono i più puniti perché hanno più motivi per esserlo. Io penso che dobbiamo provare ad uscire dal binomio figlio monello-punizione ed inserire nel discorso il tema della relazione educativa ed affettiva tra il bambino ed il genitore e cominciare a chiederci:

Lui, il figlio monello, non ci ascolta … ma noi lo ascoltiamo? Lui si sente ascoltato da noi?”

Lui, il figlio monello, non rispetta le regole … ma sono regole adatte alla sua età? Sono regole che abbiamo condiviso con lui?”

Lui, il figlio monello, ci risponde male … semplicemente … perché? Forse ci sta punendo di qualcosa che secondo lui abbiamo sbagliato?”

Lui, il figlio monello, conduce una vita adatta alla sua età ed alle sue esigenze fisiologiche ed affettive?”

Vale per tutti, ma probabilmente ancora di più per i bambini: il comportamento è comunicazione. La comunicazione va letta, va interpretata e gli va data una risposta che sia il più possibile congrua con la richiesta.

Daniele Novara spiega passo dopo passo come creare un ambiente familiare in cui punire non sia più necessario, partendo da alcuni semplici punti di base: costruire il corretto gioco di squadra fra genitori; adattare richieste e indicazioni all’età dei figli, dall’infanzia all’adolescenza; dare un sistema di regole chiaro e trasparente; stabilire la giusta distanza relazionale. Perché con una buona organizzazione, educare senza punizioni si può, facendosi ascoltare davvero dai figli e costruendo con loro un rapporto forte e profondo.

Ecco allora come risponde alle nostre domande:

Il suo libro Punire non serve a nulla è il terzo manuale di un percorso iniziato con Urlare non serve a nulla e Litigare fa bene. Da tecnico invita genitori ed educatori a organizzarsi bene e agire strategicamente a seconda dell’età evolutiva dei bambini/ragazzi evitando il coinvolgimento emotivo e allora le chiediamo:

Quale sono le migliori strategie per non cadere nella trappola emotiva e maturare il distacco che spesso manca ad un genitore? La strategia migliore è quella del gioco di squadra, su cui indubbiamente siamo ancora molto carenti. A volte i genitori tra di loro enfatizzano l’elemento emotivo, un genitore aggredisce il figlio trasformandolo in un colpevole e l’altro genitore accentua ulteriormente questo tipo di dinamica psico-emotiva piuttosto tragica per un figliolo, quindi a volte il gioco di squadra c’è ma purtroppo nella logica sbagliata, ossia quella dell’enfasi emotiva: “sei cattivo, anche il papà te lo dice…vero papà? … Si, è cattivo!”… in questo modo non si va da nessuna parte. Il gioco di squadra deve essere viceversa in funzione di mettere dei paletti dal punto di vista dell’organizzazione educativa perche è ciò che manca alla cultura italiana; di emozioni ne possiamo esportare fino in Australia ma l’ organizzazione è proprio una nostra carenza anche un po’ antropologica. I figli fanno le spese della nostra mancanza di organizzazione e in questo momento la fragilità emotiva dei genitori italiani lascia delle tracce estremamente critiche. Ogni giorno i giornali ci rimandano qualcosa di particolarmente problematico, oggi per esempio tutti i giornali riportano il fatto che fino a 35 anni 2 figli su 3 sono ancora in casa, anche se lavorano; I sociologi “allineati” ci raccontano che il problema è delle case che sono poche e che costano molto ma è una stupidaggine, perché gli italiani hanno tantissime case, abbiamo l’indice maggiore di tutto il mondo di rapporto tra abitazioni e popolazione invece il problema è educativo. Continuando a trascurare l’educazione dei figli, delle scuole e degli insegnanti stiamo creando un vuoto che poi riempirlo sarà sempre più difficile. I genitori sono soli nella loro fragilità, la società non se ne occupa, abbiamo 12 milioni di genitori in difficoltà.

Che differenza c’è tra una regola e una punizione?
Parlare di differenza tra regola e punizione è come parlare della differenza tra l’acqua e il fuoco. Una differenza proprio ontologica, direbbero i filosofi. Allo stesso tempo capisco la sua domanda in quanto la confusione è totale. Qualche giorno fa una mia amica giornalista mi ha detto: ” Daniele, ho letto il tuo libro però ogni tanto noi gli togliamo il giochino elettronico, le ho detto “ascolta, se gli togli il giochino elettronico non è che stiamo parlando di una punizione, stiamo parlando di una regola” . Facciamo attenzione, se chiediamo ad un adolescente di sistemarsi non tutta la sua stanza ma almeno il suo letto non stiamo parlando di una punizione; se chiediamo ad un bambino di 10 anni di aiutare la mamma e fare qualche lavoretto in cucina, mettere ordine o andare a fare la spesa non stiamo parlando di una punizione, stiamo parlando di procedure che appartengono alla legittima autonomia dei bambini e dei ragazzi. Appare piuttosto originale che dopo essere stati eccessivamente concessivi e consumistici, improvvisamente ci ricordiamo che abbiamo sbagliato e allora proponiamo una regola giusta come punizione, questo è veramente il modo errato, è come dire ad un adolescente: “ecco, per punizione vai a fare un campo di lavoro estivo!” capisce che è un errore perché il campo di lavoro estivo è un valore, ha un valore in se , non può essere una punizione.


Qual è il progetto di Scuola Genitori e del suo Centro rispetto al progetto educativo, d’istruzione nazionale?
La scuola genitori sopperisce a quello che dovrebbe essere una linea di lavoro istituzionale, ossia, come dico sempre nelle mie conferenze, bisognerebbe che quando una mamma esce dal reparto di ostetricia, con il suo pargolo appena nato, le venisse dato, a lei e alla famiglia, non semplicemente una serie di prodotti di marketing ma anche un libretto delle istruzioni dal punto di vista educativo. L’educazione è la cosa più importante: per esempio sapere come e quando gestire il processo di autonomia sfinterica (togliere il pannolino), è importantissimo, se un genitore sbaglia e toglie il pannolino di giorno e non di notte , il pannolino può restare fino a 7-8 anni. Se un genitore toglie il pisolino a 3 anni solo perché la moda è questa, poi si trova in prima elementare un bambino che ha dormito pochissimo nei due anni precedenti, che è fuori uso, non riesce a reggere la scuola o viceversa la regge perché tanto la scuola chiede sempre pochissimo ma è sempre in crisi, sempre distratto, in difficoltà sui processi di apprendimento. Se un bambino di 2 anni trascorre 2 ore al giorno davanti ai video schermi non possiamo pretendere che poi impari a parlare correttamente perché le ricerche sono implacabili, tutto questa invadenza tecnologico digitale sta creando ritardo nel linguaggio, così come sta creando ritardi nel sistema dell’apprendimento del leggere e scrivere l’utilizzo precoce della tastiera. La scuola genitori fa questo, a fronte di una situazione di totale trascuratezza del bisogno dei genitori di avere informazioni, non consigli, noi non diamo consigli, ce ne guardiamo bene, non abbiamo nessuna pretesa di dare consigli, ma di dare quelle informazioni che salvano la vita dei nostri figli.”

Ringraziamo il professor Novara per il suo impegno e la sua disponibilità e Costanza Amoruso per il suo contributo alle riflessioni del network,

Stay Tuned!

Mio figlio scrive male: è un problema? Le disgrafie nei bambini e negli adolescenti

 

SerenaDomande di una mamma a Serena Baldassarre, educatrice della scrittura, counsellor relazionale, grafologa.

La mamma e il papà di un bambino che frequenta la scuola primaria, specialmente dal terzo anno in poi, ricevono dall’insegnante giudizi poco buoni sul suo rendimento scolastico. In particolare lamentano che scrive male, in modo illeggibile, lentamente, e non riesce a tenere il ritmo del dettato. In effetti, i quaderni del bambino sono molto disordinati; la scrittura non segue le righe, le lettere sono molto irregolari nelle proporzioni e nelle forme. Quando si tratta di fare i compiti a casa, per lui è come il fumo agli occhi mettersi a scrivere un riassunto o anche un problema, con le cifre che non stanno bene in colonna, nelle operazioni. Il tutto è una tortura! E ciò accade dopo che nei primi due anni di scuola, il bambino ha ricevuto l’insegnamento di base della scrittura.

Scrittura di un bambino di 8 anni

Scrittura bambino 8 anni
Scrittura bambino 8 anni

 

Il percorso scolastico e le capacità del bambino non sono allineati: è una questione di didattica o di apprendimento? Come regolarsi?

Da quanto ho visto nella mia esperienza, aggiungo che spesso una cattiva scrittura porta con sé altre difficoltà a catena, per il bambino: disaffezione allo studio, alla scuola, all’insegnante; concentrazione e motivazione che scadono rapidamente; sicurezza di sé in pericolo. Di conseguenza, peggiorano le relazioni tra il bambino e il suo ambiente (genitori, insegnanti, compagni). Tutto questo insieme crea una vera situazione problematica e si rischia di perdere la bussola. Che cosa sta succedendo?

I genitori si imbattono spesso in queste domande e non sanno valutare se una cattiva scrittura che si afferma è un problema che richiede attenzione, oppure che si risolverà da solo, con il passare del tempo e la crescita del bambino. Spesso non sanno a chi rivolgersi per capire: a volte l’insegnante rileva solo il problema ma, anche lui, non ne ha una conoscenza sufficiente ad orientare i genitori. Sorge il dubbio che debba intervenire il medico, il neuropsichiatra infantile, precisamente. E così ci si dibatte tra il non saper che fare e aspettare, e il fare troppo, sottoponendo in questo caso il figlio a impegnativi ed estenuanti esami di valutazione neurologica, forse inutili. Nei casi descritti sopra, il primo passo da fare è domandarsi se vostro figlio sia disgrafico.

Che cos’è la disgrafia? Si manifesta con una scrittura troppo difficoltosa, lenta e maldestra rispetto all’età del bambino. Fa parte del gruppo dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) che si manifestano nell’età evolutiva e riguardano circa il 17% della popolazione italiana in età scolare. Riguarda quindi sia i bambini, sia i pre-adolescenti e gli adolescenti. Nella mia esperienza, tratto anche ragazzi che frequentano la scuola media, sia inferiore che superiore.

Scrittura di un ragazzo 12enne

Scrittura ragazzo 12 anni
Scrittura ragazzo 12 anni

 

I DSA comprendono disturbi diversi che possono comparire isolati o combinati (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia). Sono stati regolati dalla legge 8 ottobre 2010 n. 170 (nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico). Sono definiti ‘specifici’ perché riguardano solo un ambito di capacità strumentali in presenza di facoltà intellettive e sensoriali normali. Possono essere risolti con buoni esiti mediante un intervento di riabilitazione, eseguito da professionisti.

Chi può rilevare una disgrafia? In genere, sono gli insegnanti a segnalare il problema. Se sono informati sui DSA e sulle professionalità competenti, possono indicare ai genitori di rivolgersi ad un rieducatore della scrittura.

Chi è il rieducatore della scrittura? È un professionista formato per rilevare e trattare la disgrafia con un intervento di recupero delle capacità di scrittura e anche del gusto di scrivere. La scrittura riveste una funzione strumentale di comunicazione ma anche una, psicologica, di espressione di sé. In base alla sua osservazione del bambino, anche mentre scrive, e dei suoi quaderni, il rieducatore può rilevare se ci sia disgrafia e di che entità (lieve, grave). Di seguito può proporre ai genitori un percorso di rieducazione in cui poter ristabilire, insieme al bambino, un gesto grafico corretto e corrispondente alla sua situazione psico-fisica.

La diagnosi medica è sempre consigliata? Nei casi gravi o complessi, lo stesso rieducatore consiglia i genitori di far eseguire una diagnosi di competenza sanitaria. Questa serve proprio ad escludere patologie e disturbi che possono accompagnare la ‘cattiva scrittura’, come ad esempio la dislessia, un disturbo della visione ecc. Diverse strutture pubbliche si sono attrezzate per questo compito, anche se i tempi di attesa possono essere lunghi. La diagnosi è comunque consigliata nei casi complessi per poter valutare con quale tipo di intervento ‘attaccare’ il problema: logopedia, optometria, psicomotricità, ecc., prima di una rieducazione della scrittura.

Che cos’è la rieducazione della scrittura? È un metodo di recupero e stabilizzazione del gesto grafico che fa riavvicinare il bambino ad una scrittura sua, ‘sostenibile’ e personale, che gli ridà la soddisfazione perduta o mai raggiunta. Si attua mediante attività e tecniche diverse (di movimento, di espressione, di disegno o pittura, di scrittura), ideate con creatività e metodo dal rieducatore, seguendo un percorso di ricostruzione progressiva sia della capacità tecnica che della sicurezza di sé. L’ingrediente principale di questa relazione d’aiuto è la fiducia che il bambino ripone nel rieducatore. Conquistarsi questa fiducia è il primo obiettivo del buon rieducatore.

Aspettiamo i vostri commenti. Se i temi di questa intervista vi suscitano curiosità, possiamo aprire una rubrica per continuare il dialogo con successivi argomenti e interventi. Siete quindi invitati a segnalarci le vostre esperienze, difficoltà e richieste di approfondimento. Noi abbiamo in mente alcuni temi della crescita dei nostri figli (il linguaggio, la psicomotricità, le disabilità in famiglia) ma aspettiamo anche le vostre proposte.

Se volete rivolgere qualche domanda all’esperta di disgrafie, potete scrivere al nostro sito specificando se la risposta può essere pubblica oppure preferite ottenerla in privato. In tal caso, indicate la vostra mail.”

Stay Tuned!
info@mammaiutamamma.it

#paroladimamma 2.0, domenica 8 maggio vi aspettiamo da ILoveMum

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ILoveMum

Care mamme, cari genitori,

quest’anno abbiamo scelto un programma inedito per festeggiare tutte le mamme, #paroladimamma 2.0.

Domenica 8 maggio, a Roma, trastevere, Via San Francesco di Sales, 1, nell’incantevole cornice della Casa Internazionale delle donne, I Love Mum accoglie mamme e famiglie per trascorrere insieme una giornata all’insegna della condivisione e della creatività.

A partire dalle 10 e 30, mamme professioniste si confrontano sui temi più caldi della maternità e sulle nuove sfide della genitorialità, per sensibilizzare le istituzioni all’acquisizione di nuovi modelli di welfare.

Quattro mamme blogger hanno individuato 4 temi di discussione e allora:

Come essere felici, come crescere in una comunità virtuale e reale, come costruire i nuovi modelli di famiglia e educare la generazione digitale, saranno alcuni degli argomenti affrontati durante la giornata.

Il risultato di questo incontro darà vita ad un documento programmatico che verrà presentato a tutte le istituzioni locali.

#paroladimamma 2.0 è un’occasione per fare rete virtualmente e localmente, per condividere opinioni e suggerimenti sui molteplici modi di essere mamma mentre i figli si divertono con i laboratori creativi.

Vi aspettiamo, a seguire è previsto il brunch, scarica qui il programma della giornata!

 

 

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