La ‘Normale va a scuola’ è l’iniziativa per le scuole secondarie di II grado promossa dalla Normale di Pisa

Vogliamo dare una piccola carezza simbolica a ciascuno degli studenti e delle studentesse, e dir loro che non sono stati dimenticati, e che il futuro – un futuro di soddisfazioni personali e collettive – resta sempre e comunque alla loro portata.

Scade a mezzanotte di lunedì 20 aprile 2020 il bando per aderire all’iniziativa nazionale LA NORMALE VA A SCUOLA.

Docenti, ricercatori e ricercatrici della Normale si rendono disponibili per tenere lezioni a distanza alle classi interessate, su argomenti e approfondimenti del programma scolastico, un percorso didattico che rappresenta un’opportunità di crescita comune.

Gli insegnanti/le insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado che intendono far partecipare le proprie classi all’iniziativa devono compilare il form online, disponibile cliccando su questo link .

Il network ha intervistato uno dei promotori dell’iniziativa Francesco Morosi, assegnista, classe di lettere e filosofia.

Come nasce l‘iniziativa?

L’iniziativa nasce da una grande amicizia: quella fra la Normale e le scuole secondarie italiane. Un’amicizia per così dire storica: all’atto della sua fondazione, la Normale aveva lo scopo di ‘dare le norme’ a una rinnovata classe di insegnanti da inviare in Toscana e in Italia. Nel corso dei suoi 210 anni di vita, nonostante abbia parzialmente cambiato missione, la Normale ha mantenuto un legame molto forte con le scuole secondarie, un legame di collaborazione fattiva e di grande rispetto: se le scuole superiori italiane non dessero a giovani di ogni estrazione e ogni provenienza una preparazione di base solida, non potrebbe esistere nemmeno lo scopo della Normale, reclutare ogni anno i sessanta giovani più brillanti d’Italia, da portare a Pisa per una formazione universitaria di alto livello. Peraltro, la Normale lavora da tanto tempo con e per le scuole. Ricordo soltanto le due iniziative più qualificanti: i corsi di orientamento universitario (oggi al loro 40° anno di vita) e i corsi di formazione per insegnanti, in collaborazione con l’Accademia dei Lincei. Così, quando abbiamo compreso che cosa avrebbe comportato per le scuole italiane questa emergenza sanitaria, abbiamo subito capito che dovevamo intervenire, per tendere una mano, ancorché simbolica, a un’amica in difficoltà. Su invito del direttore e del vicedirettore della Normale, i nostri docenti e il nostro personale di ricerca si sono mobilitati in forze: con grande generosità ciascuno ha detto “presente”, e ciascuno ha voluto dare il suo contributo. In queste settimane si parla molto, e giustamente, dell’eroismo di molte categorie professionali; ma di rado si sottolinea il grande senso civico e il grande lavoro degli insegnanti e delle insegnanti, che contro ogni difficoltà, tecnica e concettuale, fanno ogni giorno del loro meglio per garantire a studenti e studentesse una continuità didattica. Per noi questo è un gesto di importanza enorme, ed è stato il campanello: dovevamo fare qualcosa, dovevamo far sentire la nostra voce.
Inoltre, pensiamo anche ai ragazzi e alle ragazze che hanno oggi 15, 16, 17 anni, e alle loro famiglie: davanti a un futuro che minaccia di tingersi a tinte sempre più fosche, noi vorremmo far sentire la nostra vicinanza, che è la vicinanza di un’istituzione pubblica e di una comunità di studiosi e studiose. Vogliamo dare una piccola carezza simbolica a ciascuno degli studenti e delle studentesse, e dir loro che non sono stati dimenticati, e che il futuro – un futuro di soddisfazioni personali e collettive – resta sempre e comunque alla loro portata.

Quante iscrizione avete ricevuto, in quanto tempo?

Al momento siamo oltre le 2000 richieste pervenute in poco più di una settimana. Richieste aggregate, perché ogni docente poteva manifestare l’interesse proprio e delle proprie classi per un massimo di tre interventi: dunque il numero di ‘prenotazioni’ sfiora il triplo di quella cifra. E naturalmente le richieste, che ci sono pervenute da singoli docenti, interessano intere classi: alcune delle lezioni che abbiamo proposto hanno quindi una platea potenziale di decine di migliaia di studenti e studentesse

Come si sviluppa il corso online? E’ prevista un’interazione con gli studenti? Un forum/chat al quale contattarvi?
Inizialmente pensavamo di limitarci a utilizzare la piattaforma Google Meet (che è quella in uso per la DaD anche in Normale), e di invitare fino a 250 persone contemporaneamente. Ma la mole di richieste è così alta che stiamo valutando di integrare questo meccanismo (che ci permetterebbe di soddisfare una percentuale troppo piccola di richieste), con un sistema di live streaming, per dare l’opportunità a tutti i docenti e le docenti che ci hanno contattati e alle loro classi di assistere alla lezione. Chi sarà presente nella classe virtuale di Google Meet potrà interagire direttamente, e chi seguirà lo streaming potrà eventualmente porre le sue domande tramite una chat. Ma stiamo ancora lavorando ai dettagli tecnici: il numero di richieste ricevute va davvero ben oltre le nostre più rosee aspettative (con nostra grande gioia!), e ci obbliga a ripensare un po’ la logistica generale.  

Potete fare una prima valutazione degli istituti e delle regioni che hanno aderito?

La provenienza delle richieste è davvero estremamente variegata, in senso geografico come in senso di tipologie di scuole: grazie anche all’esperienza con le altre iniziative con le scuole, abbiamo potuto mobilitare scuole in tutte le regioni d’Italia, e qualche scuola italiana all’estero, e così la mappa ideale si riempie di puntini da Nord a Sud, indiscriminatamente. Questo non ci sorprende: la Normale – e molte delle sue iniziative – hanno uno spirito davvero nazionale, e siamo felici che questa nuova iniziativa interessi così tante persone. Anche sulla tipologia di scuole abbiamo dati molto interessanti: hanno risposto al nostro invito non soltanto i canonici licei scientifici e classici, ma istituti tecnici, licei artistici, e moltissime scuole che ancora non conoscevamo e con cui non avevamo ancora lavorato. 

Sareste disposti a replicare l’iniziativa anche per le scuole secondarie di I grado nell’ipotesi di una ripresa mista a settembre che preveda lezioni off e online?
Stiamo monitorando con grande attenzione l’andamento di questa iniziativa pilota: i risultati fin qui ci mostrano un interesse sincero, che crediamo si spieghi solo in parte con l’emergenza contingente. Pensiamo che ci sia curiosità, e che si avverta, da entrambe le parti, l’esigenza di un legame più forte tra università e scuole medie (inferiori e superiori). Per questo ci piacerebbe pensare di dare continuità anche negli anni prossimi, e anche al di là dell’emergenza coronavirus, a iniziative simili, che magari possano anche interessare altre fasce della popolazione scolastica. Ma ora è ancora un po’ troppo presto per pensarci: siamo concentrati per garantire la riuscita di questo primo progetto pilota.

Ringraziamo il dottor Francesco Morosi, per sapere com’è andata l’esperienza, stay tuned!

Mammaiutamamma il network!

SCUOLA SUPERIORE NORMALE DI PISA

Firma la petizione Per una scuola sicura a settembre

Mammaiutamamma sostiene e condivide la petizione:

Il Miur presenti un piano per una scuola sicura a settembre

 
 

Gentile Ministra Azzolina,

Sono uno dei milioni di genitori che ha avuto modo di ascoltare le dichiarazioni da lei rilasciate durante la trasmissione Rai Che Tempo Che Fa del 5 Aprile 2020. Oltre a far intendere che la scuola non riaprirà fino a settembre, lei ha ipotizzato un ritorno della modalità didattica online anche in autunno.

Ho trovato questa ipotesi sconcertante per diversi motivi. Innanzitutto il digital divide. Come lei sa secondo l’Istat un terzo delle famiglie italiane non dispone di un computer (41% al Sud) e la metà delle famiglie ne ha solo uno a disposizione. Anche ammettendo che il ministero fornisca computer e tablet in comodato d’uso alle famiglie bisognose, rimane la questione della bassa connettività dei piccoli centri urbani, che esclude di fatto dall’accesso alle lezioni in modalità interattiva una buona percentuale di studenti.

Inoltre il contratto nazionale della scuola non prevede la didattica online. Ciò sta producendo una notevole disparità formativa tra istituto e istituto e anche all’interno dei singoli istituti tra classi in cui il corpo docente si adopera, tra mille difficoltà, a insegnare in modalità interattiva e classi i cui docenti assegnano solo compiti in remoto.

Alla luce di queste considerazioni, dichiarare, come lei ha fatto, che la didattica online avrebbe “messo in sicurezza l’anno scolastico” è inesatto. Mentre la cosiddetta didattica online rende possibile la valutazione e il rapporto “verticale” docente-studente, l’esperienza formativa si basa anche sullo scambio di conoscenze orizzontali tra studente e studente. Tale scambio non può essere riprodotto in sessioni online spesso caratterizzate da congestioni di banda, nonché dalle disparità di accesso e competenze, e quindi di trattamento formativo, sopra elencate.

Vista la mancanza, allo stato attuale, di un piano per la messa in sicurezza delle scuole le sottoponiamo con spirito costruttivo alcune idee per una ripresa sicura dell’attività scolastica a settembre:

• A tutti gli studenti, al personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario venga richiesto di indossare la mascherina come requisito essenziale per entrare a scuola

• Ogni scuola venga dotata di robuste scorte di mascherine per ogni evenienza

• Ogni aula venga dotata di dispensatori di gel disinfettante per le mani

• Ogni cattedra venga dotata di detergenti e guanti monouso necessari alla pulizia e all’uso corretto di gessi, lavagne e altri strumenti di lavoro

• Gli addetti alle pulizie della scuola vengano aumentati, stabilizzati contrattualmente, e dotati dei mezzi necessari per effettuare pulizie a fondo dei locali almeno una volta al giorno

• Il personale docente e ausiliario venga aumentato (non tagliato, come previsto attualmente) per sostenere doppi turni ove non sia possibile effettuare la didattica all’interno dell’orario standard

• La dislocazione dei banchi e delle cattedre sia ripensata per mantenere la distanza minima di sicurezza

• Si stabilisca il limite massimo di un occupante per i banchi a due posti

• Ogni classe in cui non sia possibile mantenere la distanza minima di sicurezza venga ricollocata, ove possibile, in un ambiente più spazioso

• Si preveda anche, ove possibile, l’utilizzo di spazi esterni come cortili e giardini, che rimangono, allo stato delle conoscenze attuali, gli ambienti più sicuri contro la diffusione del virus

• In assenza di spazi disponibili, gli studenti delle classi più numerose vengano suddivisi in scaglioni con relativo allungamento dell’orario scolastico (doppi turni) e potenziamento del personale docente e ATA

• In subordine, e solo come estrema ratio, si preveda una didattica ibrida o alternata tra didattica in classe e didattica a distanza

• Ogni scuola tenga inoltre corsi di formazione del personale docente e non-docente prima della ripresa dell’anno scolastico

• Tutti gli studenti vengano formati adeguatamente sui comportamenti da tenere alla ripresa dell’anno scolastico

La recente approvazione di un ingente pacchetto di aiuti a livello europeo per uscire dall’emergenza può essere utilizzato per finanziare queste misure di conversione.

Mantenere l’attuale impianto della didattica a distanza anche a settembre sarebbe un atto grave perché scaricherebbe l’onere della riorganizzazione e della gestione della didattica interamente sulle spalle di docenti, genitori e studenti sollevando il Miur dalle proprie responsabilità.

Se queste misure dovessero rivelarsi insufficienti a fermare la ripresa dei contagi noi saremo pronti a fare la nostra parte. Ma adesso tocca a lei fare la sua.

Un cordiale saluto,

Marco Deseriis

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Clicca qui per visualizzare le dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione Azzolina.

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Se vi è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perchè in lui si costruisce l’uomo.” (Maria Montessori)

“Quando una società scialacquatrice ha necessità estrema di denaro, lo sottrae anche alle scuole. Questo è uno dei più iniqui delitti dell’umanità e il più assurdo dei suoi errori.” (Maria Montessori)

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